HUNGER STRIKE 1981. SVELATI I NUOVI DOCUMENTI
Pubblicati i documenti sulle presunte verità che hanno portato alla conclusione dell’Hunger Strike del 1981, scioperò che vide tra le sue vittime Bobby Sands
I nuovi documenti sono stati svelati su richiesta del Londonderry Sentinel sulla base del Freedom of Information Act.
Accedi alla Documentazione e Analisi della stessa
Documentazione
L’Analisi del Sentinel
Occasione di fare chiarezza (Londonderry Sentinel)
Mostrano anche che, meno di due settimane prima della morte dell’uomo dell’INLA di Dungiven, Kevin Lynch, agli hunger strikers venne offerta la possibilità di chiarire le posizioni di fronte a parenti ed ecclesiastici, ma l’insistenza dei prigionieri di incontrarsi solo in presenza di McFarlane fu respinta dagli ufficiali del NIO, che lo ritenevano intransigente.
I 32 documenti recentemente rilasciati, insieme a molti altri rilasciati precedentemente, offrono un’incredibile comprensione dei patti del Governo con una vasta gamma di protagoni, inclusi il Governo di Dublino, Irish Commission for Justice and Peace, il Vaticano, e i leader della Chiesa Cattolica sia in Inghilterra sia in Irlanda. Mostrano anche che il Governo era coinvolto in approcci segreti e in tentativi per trovare una formula e le parole che avrebbero permesso di mettere in atto una soluzione – un predecessore della strada del Processo di Pace intrapreso poi negli anni Novanta.
I documenti mostrano che il Governo credeva consistentemente che i prigionieri agissero per ordine e che McFarlane non avrebbe considerato nulla di meno che la negoziazione delle “five demands”.
Queste richieste erano:
il diritto di non indossare l’uniforme della prigione; il diritto di non fare i lavori in prigione; il diritto di libera associazione con altri prigionieri, e di organizzare momenti di educazione e ricreazione; il diritto ad una visita, una lettera e un pacco alla settimana; pieno reintegro dei benefici persi durante la protesta.
I documenti mostrano che la posizione del Governo passavano dalla convinzione, in un primo momento, che ci fosse uno stallo su cui non si poteva giungere a compromessi, anche se erano consistenti le richieste di porre fine alla protesta prima che una qualsiasi mossa pubblica fosse fatta da parte sua. E mostrano che il Governo credeva anche di lottare in una battaglia propagandistica.
Santa Sede
Un telegramma alla Santa Sede nell’aprile del 1981 insiste che il Governo non avrebbe potuto cedere ed esprime rammarico per il fallimento della personale richiesta del Papa affinché gli hunger strikers terminassero la protesta.
Mentre la morte del primo hunger striker, Bobby Sands, si avvicinava, un telegramma al NIO menzionava colloqui con i rappresentanti del governo irlandese, dicendo che : “Nally è d’accordo che mentre a Sud c’era preoccupazione sulle conseguenze per la morte di Sands, il supporto agli hunger strikers era molto limitato. Comunque, la morte di Sand, in particolare se seguita da quella di Hughes, poteva cambiare le cose.”
I documenti mostrano che un comunicato stampa era stato preparato prima della morte di Sands, con giorno e ora, e il numero di giorni per cui aveva rifiutato di mangiare da inserire dopo la sua morte. Ma a luglio la linea dura, che era stato l’approccio in pubblico, non era seguita in privato.
Un estratto da una lettera – in precedenza pubblicata dal Sunday Times – datata 8 luglio, dal numero 10 di Downing Street al NIO, diceva che il Primo Ministro aveva incontrato il Segretario di Stato Humphrey Atkins dopo che il messaggio da lui approvato era stato comunicato al Provisional IRA. Diceva che originariamente l’IRA non aveva ritenuto soddisfacente l’offerta, ma quando era diventato chiaro che questo poneva fine all’iniziativa, ciò “aveva prodotto una rapida reazione che suggeriva che non era il contenuto del messaggio ad essere obiettato, ma solo il suo tono”
Il Segretario di Stato “aveva concluso che avremmo dovuto comunicare con il PIRA nella notte per una bozza di dichiarazione che partisse dal messaggio della sera precedente ma che non si allontanasse da esso nella sostanza. Se il PIRA avesse accettato la bozza e ordinato agli strikers di porre fine alla protesta, la dichiarazione sarebbe stata resa pubblica immediatamente.
In caso contrario, la dichiarazione non sarebbe stata resa pubblica ma invece una dichiarazione alternativa che reiterasse la posizione del Governo come già detto nella dichiarazione del 30 giugno e in risposta alle discussioni con l’Irish Commission for Justice and Peace.
Se ci fosse stata una qualsiasi fuga di notizie sul processo di comunicazione con la PIRA, l’ufficio avrebbe negato.”
I documenti mostrano che il Governo venne consigliato da esperti su come formulare la dichiarazione in modo che l’IRA potesse accettarla.
Un successivo telegramma dal NIO diceva che nella dichiarazione era stata aggiunta la frase : “attendiamo le reazioni dei Provos (vogliamo permettere loro di vedere il documento prima che sia consegnato ai prigionieri e alla stampa). È stato chiarito che (come dice la bozza stessa) quella non è la base per la negoziazione.”
La comunicazioni tra l’ufficio del Segretario di Stato e l’ICJP, inclusa una del 6 luglio, suggeriscono che il corpo ritenne che una dichiarazione, “assieme ai chiarimenti ricevuti” incoraggiasse a continuare gli sforzi, con il NIO che diceva di non volere ancora che il pubblico sapesse di una lettera all’ICJP, perché “la conoscenza pubblica dell’esistenza di una lettera arrecherebbe subito pressione su di noi e farebbe rivelare loro i contenuti – ora questo potrebbe non essere utile.”. Aggiunse che all’ICJP era stato detto che sarebbe stata resa pubblica prima o poi, altrimenti il Governo sarebbe stato accusato di “patti segreti” ma che il tempo e i termini per rendere pubblico il tutto dovevano essere decisi di comune accordo.
I chiarimenti includevano temi come l’associazione, il lavoro carcerario, concessioni e vestiti.
In un altro documento si trova una dichiarazione letta ai prigionieri dal Segretario di Stato, che dice che nessuna mossa può essere fatta sotto la coercizione di uno sciopero della fame ma “certi che coloro in protesta siano consapevoli di che cosa è disponibile”.
Si legge: “Un piccolo aumento della libertà di associazione è contemplato, e il suggerimento di associazione con altre ali adiacenti (fatto dall’ICJP) sarebbe stato preso in considerazione. Sugli abiti ‘la possibilità di un ulteriore sviluppo’ non era stata decisa. Sul lavoro, nessuno sarebbe stato escluso ma ci si impegnava ad aggiungere alcune richieste alla gamma delle attività, includendo i suggerimenti dell’ICJP. Non veniva promesso altro che la restituzione agli ex hunger strikers dell’esistente 1/5 dei benefici persi .”
Dice che nessuna reazione fu mostrata dai prigionieri anche se Michael Devine eThomas McElwee chiesero che gli ufficiali potessero andare a discutere il documento dopo averlo letto.
Dice anche: “Ai prigionieri era stata data un’opportunità di discutere il documento tra loro e anche di vedere per una volta McFarlane. Lynch e Doherty – i due strikers più determinati – dopo dissero che in esso non c’era nulla per loro”
Il documento privo di data contiene dettagli sulla dichiarazione che si dice l’IRA abbia fatto uscire di nascosto dalla prigione l’8 luglio , dicendo che non era necessario che Joe McDonnell morisse e descrivendo la dichiarazione di Mr Atkins di quel giorno come “ambigua e auto-compiaciuta”.
Un telegramma mandato da Lord Carrington il 15 luglio diceva che Mr Atkins aveva dato istruzioni affinché un ufficiale del NIO andasse nel Maze a spiegare l’iniziativa “ICRC” (International Committee of the Red Cross) del Governo per gli hunger-strikers, e avrebbe risposto ad ogni domanda sulla dichiarazione di Atkins dell’8 luglio.
Una nota datata 16 luglio dice che Mr (John) Blelloch aveva visitato gli hunger strikers il 15 luglio. “C’erano tutti e otto. Doherty non riusciva a leggere ma sembrava capire in generale. Il governatore ha consegnato il messaggio e gli strikers hanno ascoltato con attenzione.
“I prigionieri hanno poi chiesto di vedere McFarlane. Il Governatore ha approvato un breve incontro. Mr Blelloch chiese ai prigionieri se avessero riflettutto sulla dichiarazione di SoS dell’8 luglio. Essi dissero che avevano un paio di questioni; ma non volevano perseguirlo e sembravano molto più interessati all’ICRC.
“Il Governatore e Mr Blelloch quindi se ne andarono e arrivò McFarlane. La sensazione del Governatore era che l’atmosfera fosse “mortalmente calma”. Si rendevano conto della serietà della loro situazione ma era improbabile che agissero senza ordini del Provisional Sinn Fein. Avrebbero probabilmente deciso quella notte ma volevano sentire la radio e possibilmente ricevere “messaggi” tramite i visitatori.
“Alle 8.45pm Mr Blelloch telefonò per dire che McFarlane era tornato nella sua cella e gli strikers si erano separati senza chiedere un ulteriore incontro.”
Canale segreto
Un altro (già precedentemente reso noto) documento mostra che Margaret Thatcher voleva avere un altro approccio con l’IRA, attraverso un canale segreto, ma cambiò idea quando le fu fatto notare il rischio che l’offerta fosse resa pubblica.
Una lettera del 18 luglio inviata da Downing Street al NIO dice che Philip Woodfield era giunto a ragguagliare il Primo Minsitro circa la situazione e che dopo l’ultima dichiarazione dell’IRA, Mr Atkins sentiva il bisogno di rispondere o con una dichiarazione o con l’invio di un ufficiale a chiarire nuovamente la posizione.
“L’ufficiale avrebbe parlato con gli strikers facendo una proposta in cambio del loro abbandono della protesta. Lo avrebbe fatto seguendo le linee guida discusse con il Primo Ministro la settimana precedente. Avrebbe detto che ai prigionieri sarebbe stato permesso indossare i loro vestiti, come già avveniva nella prigione di Armagh, a condizione che quei vestiti fossero approvati dalle autorità carcerarie (Questo sarebbe stato in vigore in tutte le prigioni nel Nord Irlanda).
“Avrebbe stabilito la posizione sulla libertà di associazione; sulla possibilita di ricevere pacchetti e lettere; sui privilegi e sul lavoro. Su questo ultimo punto, avrebbe chiarito che i prigionieri avrebbero dovuto compiere i lavori di base necessari al funzionamento della prigione, come in precedenza: c’erano compiti che, per nessuna circostanza, potevano essere fatti dallo staff della prigione. Ma per quanto riguardava il lavoro nei negozi della prigione, sarebbe stato implicito che non ci si aspettasse che i prigionieri li svolgessero ma che, se si fossero rifiutati di farli, sarebbero stati puniti con la perdita dei vantaggi, o alcune penalità simili, piuttosto che in modo più severo..
“La dichiarazione avrebbe messo in chiaro quello che era stato implicito della dichiarazione pubblica del Governo e già spiegato in comunicazioni precedenti.”
Il Primo Ministro approvò che un ulteriore sforzo fosse fatto per spiegare la situazione agli hunger strikers, ma poi , dopo ulteriori discussioni, “fu portato all’attenzione del Primo Ministro che ogni approccio del tipo chiesto dagli strikers sarebbe diventato inevitabilmente pubblico sia che funzionasse o meno e il Primo Ministro rivide la proposta con il Segretario di Stato al telefono e decise che i pericoli nel prendere un’iniziativa sarebbero stati tali da non essere preparato a correre il rischio.
“L’ufficiale che andò in prigione poteva solo ribadire la posizione pubblica del Governo, ma senza andare oltre.”
Altri documenti mostrano la “rete di contatti” che era seguita.
Ci sono due documenti con dettagli di una visita di Mr Belloch e Mr Blackwell al carcere il 20 luglio, la settimana dopo la morte di Martin Hurson, il sesto dei dieci uomini che morirono.
Entrambi dissero che la visita fu chiesta dal prete di Kevin Lynch che disse che Lynch e i parenti di Kieran Doherty volevano che un ufficiale del NIO visitasse il Maze per chiarire la dichiarazione del Governo del 19 luglio. Entrambi gli strikers negarono di aver chiesto una visita ma “erano contenti che un ufficiale vedesse il gruppo di hunger strikers”.
Mr Blelloch diede ai parenti un riassunto della posizione del Governo. L’assistente Governatore visitò ciascuno degli hunger strikers per dire loro della presenza dell’ufficiale del NIO ma tutti dissero che lo avrebbero incontrato solo in gruppo e “tutti tranne Lynch avevano detto che McFarlane doveva essere presente”.
“Mr Blelloch per primo parlò con le famiglie e spiegò la posizione in merito a McFarlane. Chiarì che avrebbe parlato agli hunger strikers come individui o come gruppo di fronte ai parenti o ai preti, secondo quello che volevano. Visitammo quindi ciascun hunger striker a turno e Mr Blelloch spiegò di essere un ufficiale del NIO e di essere là per vedere se poteva aiutare. In ogni caso, la risposta degli hunger strikers fu la stessa – lo avrebbero incontrato solo in gruppo e con McFarlane presente. Anche Lynch che in precedenza non lo aveva menzionato, ora richiedeva McFarlane…Fu deciso di non incontrare gli altri tre strikers nel blocco H.3 visto che quello era il blocco di McFarlane ed era molto improbabile che accettassero un incontro senza la sua presenza.”
Un altro documento sulla visita dice che: “Lynch disse che avrebbe voluto che un ufficiale lo vedesse e il gruppo e Doherty aveva che avrebbe voluto incontrare l’ufficiale e il gruppo e McFarlane.”
Mr Blelloch e Mr Blackwell arrivarono: “L’ufficiale della prigione disse che tutti e cinque gli hunger strikers nell’ospedale del carcere (eccetto Lynch) insistevano sulla presenza di McFarlane.”
Comunque dissero che dopo aver parlato con Lynch, anch’egli aveva insistito per la presenza di McFarlane quindi nessuno accettò l’incontro. Agli Ufficiali fu detto che lui e gli altri erano troppo deboli e avevamo bisogno di un porta voce.
Dopo i titoli di legge “Background briefing”: “La ragione per cui non vollero accettare l’offerta era che insistevano per la presenza di McFarlane, il quale aveva messo in chiaro che tutto quello che voleva era stracciare le dichiarazioni del Governo e negoziare le ‘5 demands’.”
(Traduzione a cura di Valentina Prencipe)