RADIO FREE ÉIREANN INTERVISTA JERRY McGLINCHEY: “MARIAN STA SEMPRE PEGGIO”

Sandy Boyer (SB) intervista telefonicamente il marito di Marian Price, Jerry McGlinchey (JM) sulle condizioni di salute della moglie, vittima d’internamento in isolamento da quindici mesi. Radio Free Éireann WBAI 99.5FM Pacifica Radio. New York City. Sabato 4 agosto 2012

Traduzione a cura di Elena Chiorino

SB: Andiamo ora a Belfast per parlare con Jerry McGlinchey. Sua moglie, Marian Price, è in prigione da più di un anno sulle basi di prove segrete di cui né lei né il suo avvocato possono prendere visione, e per la maggior parte di questi mesi è rimasta confinata in isolamento. La sua salute, in gravi condizioni, sta continuando a preoccupare. Jerry, grazie mille per essere con noi.

JM: Grazie a te per darmene la possibilità, Sandy.

SB: E, Jerry, come stavo dicendo, sembra che vada sempre peggio per Marian.

JM: La situazione sta precipitando. Sono stato in ospedale a farle visita oggi. È stata trasferita in un ospedale principale perché adesso c’è la polmonite al di sopra di tutti i suoi problemi, ma è falso. Già mesi fa chiedemmo (la famiglia, ndr), quando era ancora a Maghaberry, che fosse sottoposta ad un esame ai raggi x, perché eravamo convinti che non stesse bene, e non c’è nemmeno bisogno di dire che naturalmente l’esame non venne fatto: siamo convinti che sia allora che abbia iniziato a presentarsi l’infezione che ora si è trasformata in polmonite. Per voi ascoltatori due parole: alla fine degli anni ’70, Marian subì la pratica dell’alimentazione forzata per più di duecento giorni, che fu interrotta quando per sbaglio le infilarono il tubo nei polmoni anziché nello stomaco, e quasi la ammazzarono soffocandola. È da allora che ha problemi ai polmoni. E adesso, con la polmonite, siamo veramente molto preoccupati per gli effetti che potrebbe avere sulla sua salute.

SB: E, Jerry, mi stavi dicendo prima che ha avuto molti problemi di salute negli anni, inclusa la tubercolosi, ma uno di essi è una gravissima artrite…

JM: Soffre di una forma molto grave di artrite. E il problema al momento sono le articolazioni. La scorsa settimana, quando siamo andati a trovarla era in preda a vere e proprie allucinazioni, era stata pesantemente sedata, aveva dolori atroci e la febbre a causa della polmonite. Eravamo terribilmente preoccupati. L’artrite al momento non può essere curata, perché i farmaci annullerebbero l’effetto di quelli usati per la polmonite. Di conseguenza, le articolazioni e i piedi sono estremamente gonfiati, soffre moltissimo e, come ho detto, tutto questo a causa del fatto che mesi fa, quando chiedemmo alla prigione di sottoporla agli esami ai raggi x, non lo fecero.

SB: Jerry, alcune settimane fa, non ricordo esattamente quando, dopo un lungo rinvio è stato permesso ai medici delle Nazioni Unite di visitare Marian. Al primo tentativo, la prigione li mandò via e li invitò semplicemente a parlare con l’amministrazione carceraria. Ma, per quello che sappiamo, qual è stata la conclusione che ne hanno tratto?

JM: I medici delle Nazioni Unite, da quello che ho appreso dai rapport, hanno decretato che è detenuta in condizioni intollerabili e il miglior trattamento nella sua situazione sarebbe quello delle cure a casa. Questo, comunque, è un accordo raggiunto con lo staff medico indipendente del Belfast Trust, che concorda anche su ciò che i medici della prigione hanno consigliato, ma i cui consigli non sono stati seguiti. E diciamo le cose come stanno… quando mi chiesero per la prima volta di parlare delle condizioni di Marian, io dichiarai che secondo me Owen Paterson è determinato a fare in modo che Marian non possa più vivere come un essere umano sano, distruggendo la sua salute mentale e fisica. Ha intrapreso una lunga strada per raggiungere il suo obiettivo e a quanto pare,  nonostante la pressione da ogni parte perché Marian sia liberata, Owen Paterson è colui che di fatto lo sta impedendo. Dei giudici hanno decretato che debba essere rilasciata. Come forse sai, le Nazioni Unite hanno rilasciato un rapporto che condanna l’Inghilterra per le violazioni dei diritti umani, per le torture in carcere e per le condanne troppo lunghe prima del regolare processo – i periodi in cui gli imputati sono detenuti in custodia prima di comparire in tribunale. I diritti umani di Marian sono stati senza alcun dubbio violati, e per quanto riguarda le torture in carcere… posso senza alcun dubbio affermare che è stata torturata in carcere.

SB: Be’, in effetti due giudici, separatemente, hanno decretato che Marian debba essere liberata in licenza, e ogni volta Owen Paterson è intervenuto, contraddicendoli e ordinando che fosse nuovamente rinchiusa in prigione. E ora, ovviamente, sta agendo allo stesso modo per Martin Corey. Quindi la situazione è…

JM: Ha fatto la stessa cosa con Martin Corey nonostante il fatto che il Giudice Treacy abbia sancito che a Martin Corey siano a tutti gli effetti negati i diritti umani. E, oltretutto, nel rapporto delle Nazioni Unite rilasciato il mese scorso uno dei Ministri britannici, Lord McNally, ha dichiarato che l’Inghilterra è fiera della sua reputazione sui diritti umani, ma che c’è molto ancora da migliorare. C’è sicuramente molto da migliorare qui in Irlanda del Nord, perché in carcere vengono costantemente violati. Le condizioni sono probabilmente equivalenti, se non addirittura peggiori, a quelle degli anni ’70. E, come ho detto, questa volta la situazione è: un uomo che sembra poter agire in totale impunità scavalcando giudici come vuole, e senza che si possa tornare indietro.

SB: È stato piuttosto esplicito: “Non mi importa dei giudici, non mi importa della legge. Posso farlo e quindi lo faccio.”

JM: Sì, sta senza alcun dubbio agendo come un dittatore. E non è solo il caso di Marian, come hai detto, Martin Corey si è aggiunto alla lista, e sono sicuro che ce ne siano numerosi altri… come sai, ci sono persone che sono rimaste rinchiuse in prigione per più di due anni e alla fine dichiarate innocenti e rilasciate, ma questo non ha restituito loro il tempo trascorso in carcere.

SB: E, solo per tornare un attimo ai medici delle Nazioni Unite, e non sapremmo questo se non fosse per l’articolo sull’Irish Times, hanno dichiarato che Marian non sia in questo momento in grado di sostenere un processo. Non potrebbe…

JM: Certo che non è in grado di sostenere un processo. A parte la salute, come potrebbe chiunque essere in grado di sostenere un processo senza che gli sia permesso di prendere visione delle accuse di cui deve rispondere? Sfido chiunque a difendersi se non sa da che cosa!

SB: Sarebbe difficile, sì. Ma Marian in particolare, prima di tutto l’alimentazione forzata… ne uscì con una tubercolosi con una grave… nel senso… fu rilasciata, siamo sinceri, solo perché soffriva di anoressia talmente grave che il governo britannico credette che stesse per morire e non voleva che morisse nelle sue mani. Si salvò, miracolosamente, ma la sua salute è permanentemente danneggiata, direi.

JM: Stai arrivando al punto più importante. Perché Marian ricevette un perdono reale nel 1980. Tutti lo sanno. Purtroppo dal nostro punto di vista, ma per estrema fortuna di Owen Paterson, il perdono è stato smarrito e probabilmente stracciato, per usare le sue parole. Tuttavia, sostiene di sapere che cosa ci fosse scritto, e che non fosse effettivamente un perdono. Assurdo che si aspetti che la gente ci creda, e che il sistema preveda che una commissione considerata indipendente composta da tre uomini dichiari che, poiché il perdono non si trova, allora sia corretta l’interpretazione di Paterson. E immagino che sia davvero molto, molto difficile trovare persone realmente indipendenti che davvero credano che il perdono sia stato stracciato o smarrito accidentalmente.

SB: In effetti il suo avvocato ha detto che sarebbe l’unico perdono nell’intera storia della giurisprudenza britannica ad andare perduto.

JM: Esatto, è proprio così. Appena Owen Paterson ha revocato la sua licenza, l’avvocato ha ribattuto che non avesse il potere di farlo perché c’era un perdono reale, e credo francamente che siano andati a cercarlo, l’abbiano trovato e abbiano detto “Liberatevene”. È l’unica spiegazione che abbia un minimo senso logico.

SB: Quindi, che cosa si può aspettare Marian? So che ha supporto da ogni parte. Voglio dire, lo Sinn Féin, il SDLP, l’Irish Congress of Trade Unions, e si potrebbe continuare all’infinito…

JM: C’è un supporto enorme, ma… al di là del sostegno che hanno mostrato ora Sinn Féin, SDLP, le organizzazioni per i diritti umani… come dire, c’è un uomo solo, che contro tutta la logica, la compassione e il buonsenso dice “No!”. Comportandosi come un bambino capriccioso: (scimmiotta) “No. Ho il diritto di fare quello che mi pare e lo farò.” Come ho detto, quell’uomo è Owen Paterson.

SB: E cosa pensi che succeda nell’immediato futuro? Marian si sta riprendendo dalla polmonite?

JM: La cosa terribile, dal nostro punto di vista, è vedere che Marian è stata attaccata fisicamente e mentalmente. È in ospedale al momento, ma rimane in prigione senza avere la minima idea di quanto tempo debba restarci, e tutto per volontà di un uomo solo. È malata sia fisicamente sia psicologicamente. Ricorda ogni sorta di orrende torture, perché come può chiunque sperare di riprendersi e non sapere che cosa lo attende nell’immediato futuro… è a dir poco terrificante. È destinata ad un tormento psicologico quotidiano, giorno e notte, perché non c’è alcun dubbio che la famiglia subisca tutto la pressione in questo momento, la sorella, il fratello, io stesso e i nostri figli, tutti sentiamo la pressione. Come può un uomo solo passarla liscia con qualcosa di simile? Come si può permettere che un sistema come questo esista in uno stato che si definisce una democrazia? E, come ho detto, un paese che ha dichiarato, nelle parole di McNally, di essere fiero della sua reputazione riguardo ai diritti umani? Sfugge ad una qualsiasi convinzione logica ai giorni nostri.

SB: E, Jerry, mi stavi dicendo che se per qualche miracolo i medici riuscissero nei loro intenti e le condizioni di Marian migliorassero, ciò che accadrebbe sarebbe solamente che lei tornerebbe ad essere rinchiusa in una cella.

JM: Be’, è una delle possibilità, ed è ovvio che spero che non accada. Ma dal punto di vista di Owen Paterson è altrettanto ovvio che sia proprio ciò che intende fare. La sua salute è davvero in condizioni terribili in questo momento, e se non può essere rilasciata adesso solo Dio sa cosa succederà.

SB: È molto chiaro che la causa della sua malattia è il trauma dell’imprigionamento, e se la rimandassero in carcere la situazione potrebbe solo peggiorare ancora di più.

JM: Quello che bisogna tenere a mente, ancora una volta, è che sia stata rinchiusa in isolamento per più di un anno, e le Nazioni Unite hanno condannato l’isolamento dichiarando che se supera I quindici giorni porta Danni alla salute fisica e psicologica da cui ci si può riprendere solo in lunghissimo tempo. E, come ho già detto, Marian è rimasta in isolamento per più di un anno in condizioni orrende, soprattutto dopo essere stata trasferita ad Hydebank. Non l’ha detto alla famiglia per non farci preoccupare, ma quando era ad Hydebank era rinchiusa in fondo ad un corridoio bloccato da una massiccia porta verde, senza finestre. Praticamente un inferno.

SB: Jerry, grazie per aver parlato con noi. So che è estremamente difficile.

JM: Grazie mille a te, Sandy, per avermene dato l’opportunità, per il tuo aiuto e per il tuo sostegno.

SB: Vorrei chiedere ai nostri ascoltatori di fare una sola semplice cosa. Continuiamo a parlare di Owen Paterson. È lui che tiene Marian in prigione ed è lui che può farla uscire. Mandategli una e-mail. L’indirizzo è paetsono@parliament.uk. Lo ripeto, mandate una e-mail ad Owen Paterson. (ripete l’indirizzo e-mail) e chiedetegli di rilasciare Marian immediatamente.

JM: Se posso aggiungere una cosa, Sandy, non solo di liberare Marian Price, ma di rispettare i diritti umani invece di quello che sta facendo adesso, ovvero scavalcare le sentenze dei giudici.

SB: Jerry, grazie mille.

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