STRAGE DI CLAUDY. NESSUNA SPERANZA DI “GIUSTIZIA”

Il 31 luglio cade il 40 anniversario della strage di Claudy, per la quale i familiari delle vittime sono tutt’ora in attesa di chiarimenti sia dai repubblicani che dalle forze di sicurezza

40 anni sono trascorsi da quel 31 luglio 1972, quando 3 autobombe esplosero in Main Street a Claudy uccidendo 9 persone: Kathryn Eakin , Elizabeth McElhinney, Joseph McCloskey,  Rose McLaughlin,  Patrick Connolly, Arthur Hone, David Miller, James McClelland e William Temple.

40 anni, troppi. “Ad essere onesti, è troppo tardi per noi. E ‘stato troppo a lungo, non ci sarà nessuna giustizia o verità”, dichiara Gordon figlio della vittima David Miller che non parteciperà ad alcuna cerimonia di commemorazione.

“Non credo nemmeno per un minuto che lo Sinn Fein o Martin McGuinness potranno mai dire la verità. Non ci si può fidare”.
“Quello che vogliono è che persone come me muoiano, in modo da non dover mai affrontare quello che hanno fatto. Alcuni familiari delle vittime di Claudy sono già scomparsi”.
“L’IRA non ha mai ammesso la responsabilità, come ci si può aspettare di trovare chi fu coinvolto negli attentati? Non succederà mai. “

Nel 2010, il Police Ombudsman portò alla luce colloqui ad alto livello tra il Segretario di Stato e la Chiesa cattolica che si conclusero con il trasferimento nel Donegal di Padre James Chesney, uno dei sospettati.

Una nuova indagine era stata poi lanciata dalla PSNI, passata poi nelle mani dell’HET (Historical Enquiries Team).

“Non ho sentito nulla da parte della polizia in oltre un anno. Io non sono arrabbiato o sorpreso a tale proposito. So che probabilmente non avere nessuno per questo.
“Come ho già detto che è troppo tardi. Martin McGuinness era il comandante dell’IRA a Derry in quel momento, e ora lui è seduto lassù a Stormont – quindi perché avrebbe mai voluto dirci cosa successe?”.

Nessun commento di rilievo dalle file del Police Service of Northern Ireland.

“Le risorse per completare questa indagine devono essere valutate tenendo conto delle esigenze attuali e storiche nel quadro del carico di lavoro derivante dalle operazioni contro il crimine”.
“Per ragioni investigative e operative, sarebbe inappropriato fare ulteriori commenti in questo momento”.

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