E’ GIUNTO IL MOMENTO DI UNA MISSIONE UMANITARIA A MAGHABERRY

“Lettera Globale” firmata da Fionnbarra O’Dochartaigh – co-fondatore del NICRA nonchè co-coordinatore del Derry & N-West Civil Rights Network – che sostiene sia giunta l’ora in cui una delegazione umanitaria varchi i cancelli di Maghaberry

Traduzione a cura di Sara Parmigiani

C’era, almeno superficialmente, quella che sembrava essere stata una vera e propria offerta al fine di evitare conflitti tra i sostenitori dei prigionieri “non allineati” e i partecipanti ad una marcia lealista per le strade di Derry, il 12 agosto 2010. Tale risultato nei negoziati fu raggiunto molto prima che un accordo fosse formalmente istituito. Tutti coloro che furono coinvolti in tali negoziati, i rappresentanti dei prigionieri, i mediatori e i rappresentati delle autorità carcerarie e del NIO, lo firmarono a garanzia della loro sincerità.
Come parte dell’accordo fu “concordato” che una nuova metodologia di ricerca avrebbe sostituito le umilianti perquisizioni (strip search) prima del 12 agosto. L’accordo fu rinnegato già dal settembre 2010. In ben 40 occasioni, i prigionieri politici sono
stati sottoposti a brutali perquisizioni forzate, uscendo e rientrando in carcere per presenziare alle udienze o per sottoporsi a visite in ospedale.
All’interno della prigione e in sole quattro settimane, tale presunto accordo sembrava essere stato completamente abbandonato  dalla Prison Officers Association (POA). Da allora c’è stato quello che può solo essere descritto come un silenzio assordante da parte di alcuni. Questo è certamente il caso di una parte dei rappresentanti politici che avevano assicurato sia ai prigionieri, sia alle loro famiglie, che avrebbero monitorato la situazione e avrebbero contestato le eventuali violazioni dei diritti umani contro i prigionieri. Non dovrebbe esserci posto per nascondersi a chi commette tali reati contro i prigionieri, e c’è quindi un bisogno urgente che una delegazione umanitaria, atta ad accertamenti, si rechi in visita in carcere alla prima occasione favorevole.
Verso la fine di febbraio, in veste di co-fondatore del NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) nel 1967, e in qualità di  co-coordinatore del Derry & N-West Civil Rights Network, ho scritto quella che è diventata nota come “lettera globale”. Ho cercato così di evidenziare i fatti noti relativi a HMP Maghaberry.
La lettera commenta: “Cifu una promessa secondo la quale le perquisizioni avrebbero dovuto essere sostituite dall’impiego di un tecnica in stile aereoportuale, una scansione elettronica.Nessun dubbio sul fatto che molti all’interno dell’opinione pubblica avesse tirato un sospiro di sollievo dopo che le autorità penitenziarie avessero abbandonato i loro “i vecchi modi” di procedere alle perquisizioni corporali.
Una recente lettera firmata da Damien McLaughlin, senza dubbio in contrasto con quanto affermato prima, pare molto sconvolgente e telegrafica nei suoi dettagli. In breve, questo uomo è stato sottoposto a dieci perquisizioni violente 12 settimane prima che la sua lettera venisse pubblicata su internet, il 13 febbraio scorso.
Gli uomini vengono portati in una stanzetta da due agenti di polizia penitenziaria e detenuti lì per circa un’ora se si rifiutano di cooperare, e, a volte , il governatore legge loro  regole della prigione. Fuori, una squadra antisommossa composta da otto membri si sta preparando. Entrano in piena tenuta antisommossa, caschi, scudi, e  protezione al corpo, per sopraffare individualmente ogni prigioniero. Per primi vengono privati dei jeans e altri indumenti, poi le scarpe, le calze, e persino i boxer vengono strappati loro con violenza imbarazzante, mentre un ufficiale tiene giù la testa, ed altri stringono braccia e gambe
I prigionieri descrivono questo modus operandi in modi diversi, c’è chi parla di “agonia” o di un qualcosa di”estremamente doloroso”. Scrivono che spesso è “difficile respirare a causa di guanti che coprono il viso e la bocca”. In più occasioni i loro vestiti vengono in realtà tagliati. Quando vengono riaccompagnati nelle loro celle, il più delle volte, soffrono di un grande stress e di dolore. Si può solo immaginare cosa stiano passando i loro familiari e parenti e non c’è da meravigliarsi delle proteste. Come nei giorni per i diritti civili, le strade diventeranno senza dubbio l’unico parlamento affidabile attraverso cui portare i rancori e i problemi sulla scena pubblica.
Mi chiedo. Mio Dio, cosa è cambiato per i prigionieri politici? Cosa i ‘nostri’ politici dicono o fanno in merito? Per quale dubbia ragione o motivazione, l’approccio dei media locali è del “non vedo, non sento, non parlo”?
In accordo o in disaccordo con il loro punto di vista politico, i detenuti irlandesi non dovrebbero essere così brutalmente abusati. Le perquisizioni non sono semplicemente inumane e degradanti, ma, a mio modesto parere, sono pari a pura e semplice tortura. La lettera di McLaughlin è un campanello d’allarme per tutti noi. Dalla storia recente, abbiamo imparato fin troppo bene che la condizione di prigionieri, quì ed ora, non può essere ignorata se non a nostro rischio e pericolo”.
Tali presunti abusi devono essere evidenziati pubblicamente da tutti, nel momento in cui accadono. Coloro che fornirono rassicurazioni nell’agosto 2010, dovrebbero essere sfidati a condannare pubblicamente tali barbari trattamenti e a tener conto di chi ha perpetuato tali atti. Un onere ricade su coloro che si professano difensori dei diritti umani, quindi questo appello è indirizzato , “A Tutti gli Interessati”.
Is Mise,
Le Meas,
Fionnbarra Ó Dochartaigh

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