MARIAN PRICE, DA MAGHABERRY ALL’INFERNO DI HYDEBANK

In accordo con un familiare di Marian Price – veterana repubblicana leader del 32 County Sovereignty Movement in regime di isolamento penitenziario da 10 mesi – il sito Free Marian svela il reale pretesto dietro al suo trasferimento da Maghaberry al carcere femminile di Hydebank

Traduzione a cura di Sara Parmigiani

Il 17 febbraio Marian Price è stata trasferita al centro di assistenza sanitaria del carcere femminile di Hydebank, dopo aver trascorso dieci mesi in isolamento nel carcere maschile di Maghaberry. Si sostiene che questo spostamento sia stato il risultato di ‘consulenza clinica’ fornita dal South Eastern Health and Social Care Trust. Molti credono che questa mossa sia stata una reazione alla crescente consapevolezza dell’opinione pubblica della condizione di Marian, culminata in un meeting a Derry la sera prima del trasferimento. Mi è stato riferito che le ragioni che stanno dietro al trasferimento di Marian, sono ben lungi dall’essere cliniche e le condizioni igieniche di Hydebank al suo arrivo, dimostrano che la prigione non era in alcun modo preparata ad accoglierla. Il nuovo regime a cui è sottoposta è peggiore di quello in cui ha vissuto a Maghaberry e sembrerebbe essere stato progettato per de-personalizzare e criminalizzare ulteriormente Marian Price.
Lei (Marian) è ora detenuta in una delle tre celle di osservazione in fondo ad un corridoio. La zona è schermata dalla visuale degli altri prigionieri che transitano dal centro medico. Ci sono telecamere di monitoraggio nelle tre celle, di cui due non sono in funzione. Le è stato detto che quella che occupa ha la telecamera spenta, ma non ha modo di sapere se questo sia vero o no. La zona è molto restrittiva e limitativa. Non c’è accesso all’aria aperta, se non con supervisione. Lo staff del “Health Care Center” è frutto di una combinazione di agenti di polizia penitenziaria che tengono le chiavi e alcuni membri del personale di agenzia. Non è un’ala ospedaliera. Invitiamo coloro che stano in una posizione influente a recarsi nel carcere e a spingeresi oltre l’area di visita.
Marian ha una doccia nella sua cella e senza entrare nel dettaglio, è priva di privacy. Un flusso costante di personale carcerario entra ed esce dalla sua cella facendole chiaramente interdele di essere in mostra in un momento in cui lei si sente molto male.
Quando ho chiesto una descrizione dello stato in cui versa Marian mi è stato detto che sembra debilitat fisicamente, ha subito una forte perdita di peso ed è palese che si senta molto male. Lei è anche molto agitato e sembra essere sottoposta da un’estrema pressione. Questo non sorprende dato che ha subito dieci mesi di quello che gli esperti hanno chiaramente definito come tortura.
Per aggiungere disagio al disagio, viene costantemente braccata per coinvolgerla in “attività”, quando è chiaro che stia talmente male da non poterlo fare. Il 2 marzo le è stata consegnata una tabella oraria di stupide attività, che lei ha considerato un insulto calcolato. Tale calendario è stato concepito per dettare come debba trascorrere la sua giornata, a partire da che ora dovrebbe vestirsi, a che ora avrebbe dovrebbe leggere un libro (Marian non può più leggere libri dato che non è più in grado di concentrarsi). E’ stato suggerito a Marian di poter usufruire della cucina per cucinare quando gli altri detenuti sono rinchiusi. Marian ha le mani completamente deformate a causa di un’artrite cronica, quindi cucinare non è una terapia non ma un compito gravoso. All’interno di quello che è chiaramente un tentativo di umiliarla, è stato definito come regalo a Marian, il fatto di poter essere accompagnata a far visita ai cani impiegati dagli agenti nelle perquisizioni.
Un aspetto molto preoccupante sono le costanti allusioni e insinuazioni di “iterazione” con gli altri detenuti. I membri della famiglia ne sono testimoni e hanno portato le implicazioni emotive, all’attenzione del governatore. Marian deve ripetere costantemente di ESSERE UNA PRIGIONIERA SEGREGATA e NON UN CRIMINALE. È chiaro che questo trattamento va ad aggiungersi al deterioramento della salute di Marian.
Sono evidenti agli occhi di tutti, i tentativi sono stati fatti per normalizzare ciò che evidentemente è una situazione anomala. Nessuno sembra voler tener conto del fatto che Marian è stata (e continua ad essere) tenuta in isolamento per 10 mesi.
Mi è stato riferito che Marian si sente come “in uno zoo”, con tanti “Visitatori” indisiderati. E’ isolata in un contesto di continue interruzioni, e questo è del tutto inquietante. La gente arriva nella sua cella senza preavviso e la mancanza di privacy è degradante. La verità di questa farsa, camuffata dal pretesto di un “pacchetto di assistenza sanitaria”, deve essere esposto per quella che è … un esercizio di pubbliche relazioni ben studiato per mascherare l’isolamento e la tortura di una donna bisognosa di un urgente intervento medico.

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