ESCLUSIVA. GERARD HODGINS, “CI SIAMO ACCONTENTATI DELLA DEMOCRAZIA INVECE DI SCEGLIERE LA LIBERTA'”

4 Parte – REPUBBLICANESIMO E POWS, OGGI

(traduzione a cura di Elena Chiorino)

F.B. Fra i POWs di oggi è Marian Price la più famosa. È detenuta in custodia a Maghaberry con l’accusa di aver “procurato beni ad un’organizzazione terroristica”. Credi che stia subendo una persecuzione da parte della PSNI?

G.H. Marian è vittima di una persecuzione per il solo fatto di essere una repubblicana che non accetta compromessi, e anche come avvertimento per altri Repubblicani: vogliono dimostrarci di avere il potere di rispedirci in prigione quando vogliono.
Gli inglesi hanno trattato con lo Sinn Féin fino a convincerlo ad accettare la partizione e le sue conseguenze. Marian è l’unica donna detenuta in isolamento a Maghaberry, carcere esclusivamente maschile; è stata rinchiusa lì il giorno in cui la Regina d’Inghilterra venne in visita in Irlanda, mentre l’élite politica e sociale si impegnava per spiegarci quanto fosse meravigliosa la visita della Regina e quanto avesse normalizzato e migliorato le relazioni fra l’Irlanda e l’Inghilterra. La Regina non ha fatto nulla per impedire che Marian subisse questa ingiustizia tanto grave.
A meno che e finché lo Sinn Féin non abbandoni l’approccio da Ponzio Pilato che sta mantenendo nei confronti delle condizioni dei prigionieri a Maghaberry, gli inglesi continueranno a vittimizzarli e brutalizzarli.

F.B. Ritieni che i nemici di una Repubblica Irlandese sovrana e composta da 32 Contee siano oggi gli stessi degli anni ’70 e ’80? O credi che le dinamiche della sfida che i Repubblicani affrontano attualmente siano cambiate?

G.H. Le dinamiche sono cambiate, e in questo momento preferisco parlare di oppositori politici piuttosto che di nemici. La natura egemonica e settaria di questo vecchio stato è stata modificata per quanto possibile, e al tavolo adesso c’è posto per chiunque sia legalmente eletto; è una pace estremamente imperfetta, che tuttavia ovvia alla necessità della lotta armata. Ci siamo accontentati della democrazia invece di scegliere la libertà e, come chiunque viva in una democrazia sa, non c’è nulla di veramente democratico e libero nella società democratica e libera in cui viviamo.
Ma più significativo è il fatto che attualmente la comunità non senta il bisogno di un intervento armato contro gli inglesi, e senza il sostegno di una comunità attiva le azioni armate sono destinate a trasformarsi in sporadici atti di disperazione e, in ultimo, a fallire.
Mentre il cambiamento generale da una dinamica di guerra ad una politica è uno sviluppo positivo, il grande tradimento è la trasformazione dello Sinn Féin da partito rivoluzionario che lottava per l’emancipazione sociale ed economica a partito che ha come unico scopo conquistare il favore di quelle strutture di potere economico-sociale contro cui per così tanto tempo abbiamo combattuto.
La dimensione socialista della nostra lotta è stata completamente abbandonata, la visione di Bobby Sands è stata dimenticata in cambio di pochi soldi e poche case per pochi.
Le dinamiche sono cambiate anche nel senso che adesso la nostra considerazione della comunità Unionista è più realistica: in passato credevamo che, una volta costretti gli inglesi al ritiro, gli Unionisti avrebbero accettato in breve la nuova situazione, ne sarebbero venuti a patti e si sarebbero ritagliati la loro nicchia nella nuova società di un’Irlanda Unita nella quale avrebbero rappresentato il 20% – una percentuale non insignificante in termini di voti. Tuttavia, è tutto molto più complesso delle mere statistiche: qui abbiamo un milione di persone che si identificano come Britannici con lo stesso ardore con cui io mi definisco un Nazionalista Irlandese – non si possono sopraffare completamente persone come queste, si deve trovare un accordo. Tutte le interpretazioni in termini legali della storia non fanno che evidenziare gli sviluppi concreti della stessa. e le società in cui viviamo sono ciò con cui dobbiamo fare i conti e scendere a patti.
Le certezze e gli assoluti della sovranità e dell’identità nazionale sono più così incrollabili com’erano prima dell’era digitale; il nostro adesso è un mondo diverso, nel quale gli uomini percepiscono e vivono la vita diversamente da come vivevo io da giovane. Il mondo di oggi è un mondo più piccolo, in cui le tecniche di comunicazione e di trasporto di cui tutti possono usufruire permettono una maggiore mobilità e un più facile accesso a nuove idee, mode e culture. I confini si stanno ammorbidendo, e i paesi stanno crescendo sempre più interdipendenti che indipendenti.
Certo, l’Irlanda è ancora divisa, e l’intera storia del coinvolgimento britannico in Irlanda rimane ignobile e costellata di brutalità e inganni, ma le tragedie del passato non giustificano il rimanere imprigionati in tattiche del passato infinite e autodistruttive, in un conflitto armato fasullo che non porta da nessuna parte.
Le persone cambiano, cambiano le priorità e le circostanze, e le dinamiche della lotta insieme ad esse.

F.B. Mentre i Repubblicani anti-GFA (o ‘dissidenti’) stanno ancora lottando per migliorare le condizioni dei POWs che si trovano al momento in carcere, i sostenitori del Provisional Sinn Féin sembrano essersi convinti che i prigionieri siano Repubblicani di serie B. Ritieni i POWs di oggi vivano in condizioni nettamente migliori, o che abbiano ancora gli stessi bisogni e le stesse richieste dei tempi dell’hunger strike del 1981?

G.H. È ingiusto affermare che gli unici che ancora combattono per migliorare le condizioni in carcere siano anti-GFA o dissidenti. Io non sono né anti-GFA né dissidente, ma mi dedico al problema delle prigioni, tentando di portare in luce le sconvolgenti condizioni in cui i prigionieri sono costretti a sopravvivere.
Vedo una continuità nella lotta carceraria: ciò che quei ragazzi stanno affrontando oggi è agli stessi livelli di brutalità che dovevamo sopportare noi negli H-Blocks, e fai bene ad evidenziare la posizione dello Sinn Féin. Lo Sinn Féin come partito è nato dagli orrori degli H-Blocks e dalla morte dei dieci hunger strikers; lo Sinn Féin conosce istintivamente l’esperienza che un prigioniero repubblicano deve sostenere nel sistema penale britannico, ma tuttavia amministra un sistema governativo che ancora persiste nell’applicare le politiche penali dei tempi di Margaret Thatcher. Lo Sinn Féin ha posto il copyright sull’immagine di Bobby Sands, e la sfrutta praticamente in ogni manifesto elettorale o opera di letteratura politica che pubblichi, eppure applica a Maghaberry un sistema penale analogo a quello che ha portato alla morte di Bobby Sands.
Ma anche i gruppi dissidenti hanno la responsabilità di tenere un comportamento tale da non lasciare a chi critica e condanna alcuna opportunità di attaccare la loro integrità o considerarli Repubblicani di serie B. Alcune delle persone coinvolte nel movimento dissidente avrebbero difficoltà a convincere la gente della loro buona fede, visti i loro comportamenti nel passato e ai giorni nostri. I dissidenti dovrebbero prendere questo in considerazione, se si vuole costruire una solida base di sostegno per i prigionieri.
Ciò che è più triste dell’attuale lotta carceraria è che un accordo tra i prigionieri e l’Amministrazione Carceraria, raggiunto nel 2010 grazie anche alla mediazione di negoziatori esterni, sia stato immediatamente – e impunemente – ignorato dall’Amministrazione Carceraria.

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