BLOODY SUNDAY. KATE NASH: “LORD SAVILLE SAPEVA QUALI ERANO LE RICHIESTE DELLA CAMPAGNA”

Rispondendo ad un’intervista rilasciata da Lord Saville alla BBC, il Bloody Sunday March for Justice Committee ha rilasciato una dichiarazione affermando che Lord Saville sapeva perfettamente quali fossero le richieste della campagna per l’inchiesta sulla Bloody Sunday

“Eravamo lì per scoprire cos’era successo” e “sebbene alcune famiglie volessero vedere i soldati in tribunale, lo scopo principale è stato scoprire cosa successe e perché”,  queste le due frasi chiave di Lord Saville, nell’intervista alla BBC, che hanno scatenato la polemica.

Oggi, 14 marzo, il Public Prosecution Service si riunirà per decidere se i soldati dovranno essere processati o meno.

Agli ex soldati era stato garantito l’anonimato, e nel corso della Saville Inquiry, era stato loro assicurato che il materiale non si sarebbe potuto usare in futuri processi.
“Senza queste rassicurazioni, le persone interrogate avrebbero rifiutato di collaborare temendo che rispondere le avrebbe incriminate”, ha sottolineato Saville.

kate nash

Pronta la replica di Kate Nash, sorella di William Nash ucciso a 19 anni quel 30 gennaio del 1972 a Derry, nonchè portavoce del Bloody Sunday March for Justice Committee.

Questa la dichiarazione integrale:

“Lord Saville si è semplicemente sbagliato quando ha detto che le famiglie di Bloody Sunday volevano solo un’inchiesta e non avevano mai chiesto che i soldati che uccisero i nostri cari fossero processati”.
Le richieste della campagna sono state ripetutamente esposte: ripudio del rapporto Widgery, una dichiarazione che tutti i morti e feriti erano innocenti e il perseguimento dei responsabili.
Nessun avvocato per nessuna delle famiglie ha dichiarato durante l’inchiesta che il suo cliente non voleva procedimenti giudiziari
Lord Saville e altri potrebbero aver avuto l’impressione che le famiglie non avrebbero perseguito i procedimenti giudiziari, e se così fosse, chiunque gli abbia dato quell’impressione non stava parlando per le famiglie.
Sapevamo fin dall’inizio che le prove per l’inchiesta non potevano essere di per sé base per procedimenti giudiziari, ma sapevamo anche che le prove fornite all’inchiesta potevano essere usate come punto di partenza per investigare davanti all’ipotesi di accuse penali.
“L’inchiesta pubblica sul disastro di Hillsborough fornisce un precedente: novantasei tifosi di calcio del Liverpool sono stati schiacciati a morte a causa delle azioni e delle inazioni della polizia del South Yorkshire. L’ufficiale più anziano coinvolto quel giorno, il sovrintendente capo David Duckenfield, è stato accusato di 95 omicidi colposi”.
Tutto quello che chiediamo è che lo stesso standard venga applicato a coloro che hanno ucciso i nostri familiari”.

Tratto da  Derry Now e Bloody Sunday March for Justice

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