CADONO LE ACCUSE PER UNO DEI ‘COLOMBIA THREE’

Martin McCauley, incriminato per possesso di tre fucili, è stato oggi prosciolto dalle accuse. McCauley è uno dei ‘Colombia Three’

Rimasto gravemente ferito in un’operazione shoot-to-kill che uccise anche un 17enne, Michael Tighe, nel 1982, Martin McCauley fu iarrestato tre anni dopo in Colombia insieme a Niall Connolly e James Monaghan. I tre divennero conosciuti come i ‘Colombia Three’.

I tre furono accusati di appartenere all’IRA, e di aver addestrato le forze di guerriglia FARC. Inizialmente prosciolti, furono poi condannati in appello a 17 anni di carcere. 

Oggi, la Corte di Appello ha lasciato cadere la condanna per possesso di armi da fuoco che pendeva su McCauley in seguito al tragico shoot-to-kill. 

Infatti, è emerso che l’accaduto fu insabbiato dai servizi segreti: secondo le nuove scoperte, l’MI5 era in possesso di un registratore nascosto nel rifugio in cui McCauley e Tighe si trovavano.

McCauley ha sempre sostenuto che né lui né il ragazzino fossero armati, e che la RUC avesse aperto il fuoco senza preavviso: quando crebbero i sospetti sullo shoot-to-kill, il registratore fu distrutto.

Nessuno di questi fatti era noto alla corte all’epoca della prima condanna.

Nell’udienza di mercoledì, l’avvocato di McCauley ha citato il rapporto Stalker Sampson, che ha indagato sulle operazioni di shoot-to-kill e ha ascoltato le testimonianze di agenti dell’MI5 che hanno ascoltato il nastro prima che fosse distrutto. 

Secondo il loro resoconto, la dichiarazione della polizia che ci fosse stato uno scontro a fuoco è smentita dal fatto che si udissero 47 colpi, e nessuno da parte di McCauley o Tighe.  Inoltre, un ex soldato ha dichiarato che in effetti non fu dato alcun preavviso, e che addirittura gli agenti ignorarono un ordine di cessate il fuoco e continuarono a sparare.

Secondo la testimonianza di un altro agente, rimase registrato, tra i colpi, anche un grido: “Prenderemo questi bastardi!”.

Sulla base del fatto che potenziali prove determinanti per un verdetto sono state distrutte, il giudice della Corte d’Appello ha quindi lasciato decadere l’accusa di possesso d’armi da fuoco e prosciolto l’imputato.

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