SICUREZZA DEL PERSONALE CARCERARIO: NIO SOTTO ATTACCO

Dopo l’omicidio di David Black, i suoi colleghi si scagliano contro il Northern Ireland Office: “Ci sentiamo abbandonati”

“Io andrò in pensione alla fine di novembre, e tutti noi che stiamo per ritirarci abbiamo ricevuto una lettera in cui ci viene chiesto di riconsegnare la nostra arma di difesa personale e il giubbotto antiproiettile”: è la ‘procedura standard’ secondo le autorità carcerarie, ma l’agente che ha testimoniato ai microfoni di BBC – senza voler essere nominato – ha ribattuto: “Là fuori c’è ancora gente felice di ammazzarci appena ne ha la possibilità, ma [le autorità carcerarie, ndr] vogliono che riconsegniamo le nostre armi di difesa. Pensano che una volta in pensione sia tutto finito. Ci sentiamo abbandonati”.

“Dovrebbero permetterci di tenere l’equipaggiamento di difesa almeno per qualche anno, fino a che saremo usciti dai raggi dei radar e non saremo più considerati obiettivi”, ha aggiunto l’agente. “La PSNI continua a ripetere che ‘non siamo obiettivi’, ma chiunque è un obiettivo nel Prison Service e nella PSNI, e bisogna fare qualcosa al riguardo. Se un’arma di protezione personale dà anche solo una possibilità su mille di sopravvivere ad un agguato, allora vale la pena averla”.

Sul collega ucciso, poi, il tono si addolcisce: “Era una persona splendida, amabile, aveva sempre un sorriso per tutti. Era un agente competente, corretto con tutti ed estremamente professionale nel suo lavoro. Non ci sono parole per descrivere quello che questi animali gli hanno fatto. Non c’è nulla di coraggioso nell’affiancare qualcuno in macchina e crivellarlo di colpi, proprio nulla di coraggioso”, ha concluso.

Dall’epoca dei Troubles, David Black è il trentesimo secondino ucciso dai paramilitari: dal punto di vista dei dissidenti, una ‘vendetta’ per le torture e le violenze sui POWs di cui il personale carcerario è ritenuto responsabile sia a Maghaberry, sia nei famigerati H-Blocks, nei quale David Black già aveva prestato servizio negli anni più bui della crisi carceraria.

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