GARANZIA DI IMMUNITA’, PETER ROBINSON MINACCIA LE DIMISSIONI ENTRO 24 ORE

Peter Robinson potrebbe dimettersi dalla carica di Primo Ministro del Nord Irlanda, come conseguenza della ragioni che hanno portato all’annullamento del processo per la strage di Hyde Park a Londra nel 1982. In dubbio il futuro del decentramento e del powersharing

Robinson minaccia le dimissioni dalla carica di Primo Ministro se non verrà avviata un’inchiesta approfondita alla luce di quanto accaduto nella giornata di ieri, aggiungendo che, se il suo partito fosse stato a conoscenza delle lettere di garanzia di immunità, oggi non sarebbe al governo.

“Non sono disposto a restare come Primo Ministro di un’amministrazione che viene tenuta al buio, che è stata ingannata dal governo – e sto parlando di passato e presente”, ha dichiarato Robinson.

Egli ha chiesto all’attuale governo di coalizione di revocare immediatamente tutte le lettere di garanzia di immunità rilasciate ai cosiddetti “on-the- run”, come John Downey contro cui sono cadute tutte le accuse in connessione alla strage di Hyde Park a Londra nel 1982.

“Ad oggi, nessun Segretario di Stato – anche se io sono un consigliere e avrebbero potuto parlarmene ed informarmi sulla base del Privy Council – nessuno ha accennato che queste lettere sono state inviate a 187 o più individui, come è stato rivelato”.
“Questo è un deliberato tentativo di aggirare i tribunali, per permettere alle persone  responsabili di crimini efferati di tornare in Irlanda del Nord, senza alcun timore di essere oggetto di alcun procedimento giudiziario a loro carico”, ha accusato Robinson.

Nel frattempo Martin McGuinness, Vice Primo Ministro, invita il ‘collega’ di governo alla calma: “nessuna persona di buon senso ringrazierà chiunque minacci le istituzioni”.

Precisazioni e timori sono stati espressi da David Ford, Ministro della Giustizia: “quello che so è che nessuna di queste lettere sono state emesse dal Dipartimento di Giustizia. Quello che non sappiamo è quali siano le implicazioni sui procedimenti penali e sui nostri sforzi decisivi per trovare consenso politico su come affrontare il passato”.

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