PROGETTO MAZE, L’UE RITIRA I FONDI

I diciotto milioni di sterline originariamente destinati al naufragato progetto del Maze Peace Centre saranno ricollocati, ha annunciato l’UE. Contrastanti le reazioni dal Nord Irlanda

L’annuncio è giunto dallo Special EU Programmes Body (SEUPB): dichiara di aver deciso di “ritirare l’offerta” dopo “colloqui con l’Ufficio del Primo e del Vice Primo Ministro”, che hanno reso chiaro che “il progetto non è più realizzabile”.

Con il ritiro dei fondi, sembra morire definitivamente un progetto dibattuto tanto aspramente da incrinare, secondo alcuni, la stabilità del power-sharing a Stormont.

Mentre lo Sinn Féin, Martin McGuinness in testa, ha sempre sostenuto che un Centro per la Pace e la Riconciliazione sarebbe stato un vero e proprio monumento alla pace, i lealisti temevano che potesse trasformarsi, visti i tragici eventi dell’hungerstrike che vi hanno avuto luogo, in un “santuario del terrorismo”.

Delusione “ma anche rabbia” dal SDLP, per cui Alex Attwood ha commentato: “Questo è un brutto giorno per le relazioni tra l’Unione Europea e il Governo del Nord Irlanda. Credo che dal’UE non verrà ben visto il collasso di un progetto come questo, e comunque una paralisi politica non era il modo giusto di risolvere il problema”.

“Il progetto non aveva supporto, per le famiglie delle vittime sarà un sollievo”, è stata invece la soddisfatta reazione di Tom Elliott (UUP). A lui si è unito Jim Allister (TUV), che si è dichiarato “deliziato” dalla notizia che i fondi saranno spesi “in un progetto più meritevole”.

Tornano, ora, ombre sulla sopravvivenza di ciò che resta dei famigerati H-Blocks: la cella e l’ala ospedaliera dove morì Bobby Sands. Per ora, a 32 anni dal dramma dell’hungerstrike, i suoi resti sono rimasti in piedi, ma la POA (Prison Officers’ Association) spinge da tempo per la demolizione totale.

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