PUBBLICATO IL NI PEACE MONITORING REPORT

Quattordici anni dopo la firma del Good Friday Agreement, controversi i risultati del rapporto pubblicato dal Community Relations Council: “Per l’Irlanda del Nord non è scampato il pericolo di ripiombare nel passato”
La società nordirlandese rimane “profondamente divisa”: è il primo dato che appare chiaro dal rapporto appena pubblicato, un susseguirsi di dati che dipingono un quadro indubbiamente contrastante. Innanzitutto, i famigerati ‘Peace Walls’, che da 22, quanti erano nel 1998, sono ora 48 a dividere le Sei Contee; l’impiego dei Cattolici nelle forze di polizia, ancora molto inferiore; scuole e abitazioni ancora separate al 90%. Dall’altra parte, una maggiore collaborazione in termini politici e la netta diminuzione della violenza, sebbene “l’attività paramilitare rimanga una minaccia”.
A riassumere il rapporto le parole dell’autore, Paul Nolan: “In politica, la collaborazione è aumentata, ma la violenza rimane una minaccia e le barriere alle interfacce più ‘calde’ sono aumentate”.
“L’opportunità per un dibattito ragionato su come si debba affrontare il passato è andata persa nel furore suscitato dal rapporto del 2009 del Consultative Group on the Past, soprattutto a causa di una clausola che suggeriva un rimborso a tutte le famiglie che avevano perso qualcuno nel Troubles senza considerare se fosse da ritenere una vittima o un fautore della violenza stessa” conclude il rapporto, e Nolan commenta: “È il problema dell’affrontare il passato che più di ogni altro continua a mettere in dubbio la percezione che l’Irlanda del Nord si sia lasciata i Troubles alle spalle”.
E conclude: “Questo periodo di pace finirà per rivelarsi solo una tregua generazionale?”
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