“UNO SCANDALO” L’INTERNAMENTO DI MARIAN PRICE

“Marian Price non è in carcere per aver commesso un crimine, ma perché lo stato ha deciso che senza di lei sta meglio”. Mentre la veterana Repubblicana attende il verdetto della Parole Commission, che dovrebbe giungere entro stasera, questa la denuncia lanciata da Eamonn McCann dalle pagine del Guardian di oggi
Traduzione a cura di Elena Chiorino
Oggi, la Parole Commission nordirlandese deciderà se rilasciare o no Marian Price da Maghaberry. La cinquantasettenne è in carcere da maggio, quando il Segretario di Stato dell’Irlanda del Nord firmò l’ordine di revocare la sua licenza di libertà.
La sua detenzione è stata uno scandalo. Marian Price è stata a tutti gli effetti rinchiusa in isolamento in un carcere di massima sicurezza esclusivamente maschile, accusata di aver mostrato supporto ad un’organizzazione illegale. Il “reato” risale alla commemorazione dell’Easter Rising organizzata a Derry dal 32 County Sovereignty Movement – considerato il braccio politico della Real IRA – durante la quale lei reggeva il foglio da cui un uomo dal volto coperto ha letto il “Messaggio di Pasqua” della Real IRA.
La Price apparteneva all’unità dell’IRA che piazzò quattro bombe a Londra, una delle quali esplose all’Old Bailey nel marzo 1973: circa 180 persone riportarono ferite a causa delle schegge di vetro volanti e un uomo morì d’infarto. Tra i Volontari di quella squadra anche Gerry Kelly, ora ministro dello Sinn Féin in carica a Stormont, e la sorella maggiore di Marian Price, Dolours.
Fu scarcerata nel 1980 per le gravissime condizioni di salute in cui si trovava: era malata di tubercolosi e anoressia (causata dagli innumerevoli interventi di alimentazione forzata durante l’hunger strike, ndr) e pesava circa 32 kg. Secondo i suoi avvocati, fu rilasciata con un perdono reale, documento per il quale Paterson non avrebbe avuto alcun potere legale per ordinare la sua detenzione. Il suo intervento è un enorme abuso che ricorda l’internamento, affermano.
Tuttavia, gli avvocati di Paterson ribattono, dichiarando che il cruciale documento non è stato individuato nemmeno dopo “estese ricerche”. L’unica copia, hanno detto davanti alla Parole Commission, è stata distrutta nel 2010, e sembra che fosse l’unica, quindi non è possibile stabilire i termini precisi del contenuto. Secondo loro, le “circostanze” del 1980 farebbero pensare non ad un perdono ma piuttosto ad una concessione di libertà condizionata.
Molti sono rimasti sorpresi che a questo punto le autorità britanniche non siano state in grado di trovare un’argomentazione più forte. Gli avvocati della Price, Kevin Winters e gli altri, in una proposta di compromesso inoltrata alla Commissione il 6 gennaio, hanno affermato: “È difficile comprendere come, anche con la minima attenzione possibile, questo documento sia stato distrutto senza che nessuno si preoccupasse di controllare che ne esistesse ancora una copia. (…) Ci sono senza dubbio i presupposti per sostenere che questo documento possa essere stato deliberatamente “sepolto”, visti i problemi che avrebbe potuto causare”.
In tribunale a Derry due giorni dopo il suo arresto, l’anno scorso, nonostante la strenua opposizione dell’accusa, le fu concessa la licenza, che fu però immediatamente revocata su ordine del Segretario di Stato, firmato la sera precedente. La sua richiesta di libertà condizionata è stata così resa priva di significato dalla mossa di Paterson per annullare la decisione della corte nel caso fosse andata contro il volere dello stato.
Nel carcere di massima sicurezza dove è rinchiusa, Marian Price è stata ulteriormente accusata, lo scorso luglio, di aver “procurato beni per propositi terroristici” – in riferimento al processo per l’omicidio di due soldati alla base militare di Massereene nel marzo 2009.
Dopo due giorni d’interrogatorio, nel novembre dello stesso anno, è stata rilasciata senza alcuna accusa. Non c’erano stati cambiamenti nel periodo intercorso e nessuna nuova prova. Di nuovo, nonostante le obiezioni dello stato, le fu concessa la libertà condizionata e, di nuovo, rimandata in prigione. Sembra quantomeno ragionevole il sospetto che la nuova accusa sia stata progettata per ostacolare la sfida pianificata all’autorità di Paterson.
Ieri (lunedì), Marian Price è apparsa davanti alla Belfast Magistrates Court per quella stessa accusa e rinviata a processo in data da destinarsi. Di nuovo, nonostante quella licenza concessa a luglio, è stata rimandata in carcere.
Tutti gli sviluppi della sua detenzione, presi nel complesso, suggeriscono che sia in arresto a tempo indeterminato non perché ci siano prove che si sia macchiata di gravi crimini, ma perché il Northern Ireland Office ritiene che lo stato stia meglio senza di lei – il che, in parole povere, è internamento. Credevamo di aver finito con l’internamento, in Irlanda del Nord.
Marian Price deve essere rilasciata immediatamente.