SUPERGRASS TRIAL. ROBERT STEWART PENTITO DEI 160 CRIMINI COMMESSI

Continua lo ‘storico’ processo per l’omicidio del leader dell’UDA, Tommy English. Alla sbarra, Robert Stewart confessa di essere ormai un uomo diverso e che alla base della sua collaborazione con la PSNI c’è un sincero pentimento

di Sara Parmigiani

Frank O’Donaghue , avvocato della pubblica accusa, persevera nel chiedere a Robert Stewart se provi ancora pentimento per i 160 crimini di cui accusato, tra cui – oltre all’omicidio del leader UVF Tommy English – rapine e pestaggi.
“Provo rimorso per tutto ciò che ho fatto nella mia vita … non starei quì seduto ad ascoltare se non lo fossi … io sono un uomo diverso”, sostiene Robert Stewart che, all’insistenza dell’accusa in merito ai presunti “vuoti di memoria” nel corso dei colloqui con la polizia, ha dichiarato stizzito: “Non sono una macchina. Si potrebbe pensare che la sono, ma io non sono una macchina” e ha aggiunto “la prossima cosa che sta per dirmi è che questi incidenti non dovrebbero nemmeno accadere”, facendo un chiaro riferimento all’influenza che l’abuso di droghe potrebbe avere avuto sulle testimonianze da lui fornite.
I fratelli David e Robert Stewart, hanno barattato il loro “pentimento” con la riduzione di pena dall’ergastolo a 3 anni e mezzo di reclusione.
Il processo continua.

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