BASTA CON I PROIETTILI DI GOMMA

Radiografia del cranio di una vittima dei proiettili di gomma

Radiografia del cranio di una vittima dei proiettili di gomma

Lettera firmata da Jim Mcabe, la cui moglie Nora fu assassinata dal RUC con un proiettile di gomma

Per oltre 30 anni,  in Irlanda del Nord, siamo stati a guardare mentre i nostri figli, mogli e mariti venivano  abbattuti e mutilato con proiettili di gomma sparati dall’esercito britannico e RUC (Royal Ulster Constabulary).
Campagne delle famiglie, senza sosta in tutto il mondo, per vedere queste armi letali vietate.
Tutti i principali gruppi per la tutela dei diritti umani in Europa e negli Stati Uniti, hanno  sostenuto la nostra richiesta.
Ci era stato promesso un nuovo inizio, con una riforma del servizio di polizia ponendo l’accento sul rispetto dei diritti umani e nuovi metodi di polizia.
Nel 2004, Jane Kennedy, l’allora ministro della sicurezza promise il ritiro dei proiettili di gomma entro il Natale 2005. Quello che lei non disse è che sarebbe stati sostituiti da un altro tipo di proiettile di gomma.
Nel gennaio 2007  il Chief Constable Sir Hugh Orde, espresse il suo rammarico per la perdita di vite umane a causa dei proiettili di gomma e ribadì  l’innocenza delle vittime, soprattutto dei bambini. Egli dichiarò inoltre che non aveva intenzione di usarli come un metodo di ordine pubblico o di controllo della folla e ha detto che non sarebbero stati nuovamente utilizzati in situazioni di rivolta.
Il 13 luglio abbiamo visto con orrore, come il Police Service of Northern Ireland (PSNI) abbia  sparato 17 proiettili di gomma ad Ardoyne. Sono stati di nuovo utilizzati contro i rivoltosi a Short Strand il 31 agosto scorso.
Che cosa è successo alla dichiarazione di Hugh Orde, e alla sua determinazione a non usare mai più i  proiettili di gomma ancora una volta, anche in situazioni di rivolta?
Lo sparo di proiettili di gomma, anche nei momenti difficili della polizia, è una ricetta per il disastro. E’ solo una questione di tempo prima che qualcuno venga ucciso – e molto probabilmente sarà un bambino.
Recentemente a Londra, ci sono stati disordini molto gravi tra i tifosi rivali e occasione  in cui molte persone sono rimaste ferite, tra cui alcuni accoltellate. La polizia è riuscita a ripristinare l’ordine pubblico e non un proiettile di gomma è stato utilizzato o addirittura contemplato.
L’eredità di plastica gomma ci ha lasciato 17 morti, centinaia di feriti, mutilati e sfigurati, molti dei quali per la vita.
Hanno lasciato un catalogo di stragi, di dolore e di oppressione settaria.
L’uso continuato di queste armi è un ostacolo sulla strada della pace.
Come possiamo chiedere ai giovani nazionalisti di aderire ad un servizio di polizia in cui possono in cui può essere loro ordinato di sparare queste armi, essendo consapevoli dell’alienazione, dell’amarezza e della sfiducia che hanno causato in tutta comunità nazionalista?
Metodi migliori di polizia, in particolare il dialogo nelle aree di ‘flash point’ (aree conosciuto come focolai di rivolta, ndr) prima che i disordini dilaghino, è una priorità. L’alternativa più semplice di fronteggiare le sommosse semplicemente sparando proiettili di goma, ci riporta indietro di anni.
Queste armi devono essere rimosse una volta per tutte dalla nostra società.

Jim Mc Cabe
Belfast

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Call for Removal of Plastic Bullets (Troops Out Movement)
Letter from Jim Mcabe, whose wife Nora was murdered by the RUC with a Plastic Bullet
For over 30 years, in the north of Ireland, we watched while our children, wives, and husbands were slaughtered and maimed with plastic bullets fired by the British Army and RUC (police).
The families campaigned relentlessly throughout the world to have these lethal weapons banned.
Every major Human Rights group in Europe and the USA supported our call.
We were promised a new beginning with a reformed police service with emphasis put on respect for human rights and new policing methods.
In 2004, Jane Kennedy, the then security minister promised the phasing out of plastic bullets by Christmas 2005. What she didn’t say was that they would be replaced by another type of plastic bullet.
In January 2007 Chief Constable Hugh Orde expressed his regret at the loss of life by plastic bullets and reaffirmed the innocence of those killed, especially the children. He also stated he did not intend to use them as a method of public order or crowd control and said they would not be used in riot situations again.
On 13 July we watched in horror as the Police Service of Northern Ireland (PSNI) fired 17 plastic bullets in Ardoyne. They were again used on rioters in the Short Strand on Monday 31 August.
What happened to Hugh Orde’s statement and his determination not to ever use plastic bullets again, even in riot situations?
The firing of plastic bullets, even in difficult policing situations, is a recipe for disaster. It is only a matter of time before some one is killed – and it will most probably be a child.
Recently in London there was very serious rioting between rival football fans and the police at the West Ham versus Millwall match in which many people were hurt, including some being stabbed. The police managed to restore law and order and not a plastic bullet was used or even contemplated.
The plastic bullet legacy has left 17 people dead, hundreds more injured, maimed and disfigured, many for life.
They have left a catalogue of carnage, grief and sectarian oppression.
The continued use of these weapons is an obstacle on the road to peace.
How can we ask young nationalists to join a policing service when they may be ordered to fire these weapons, given the alienation, bitterness, and mistrust they caused throughout nationalist communities?
Good policing methods, especially dialogue at flash point areas before events escalate, is a priority. The alternative to simply cope with riot by simply firing plastic bullets will set us back years.
These weapons have to be removed once and for all from our society.

Jim Mc Cabe
Belfast

One comment

  • Ho incontrato Jim Mc Cabe qualche mese fa e nei suoi occhi ho notato una fiammella che stenta a spegnersi, nelle sue parole ho afferrato il senso della sua esistenza. Oggi Jim continua a lottare con gli amici del Relatives for Justice, per ottenere giustizia, consapevole, a mio avviso, del fatto che solo la speranza può dargli la forza per tirare avanti. Dopo decenni forse in cuor suo, sa che giustizia non sarà mai fatta.
    Osservando Jim si ha l’impressione di vivere in presa diretta la storia intera di una popolazione, e i segni degli anni incisi sul suo viso, testimoniano il logorio quotidiano di un uomo perennemente orientato verso la sua causa personale.
    E’ stato sicuramente uno dei racconti più duri da ascoltare che mi siano mai capitati ed a ripensarci, ho ancora impressi nella mia mente quelli occhi che fissano il vuoto….

    "Mi piace"

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