TROUBLES. SOTTO INDAGINE UN’UNITA’ SOTTO COPERTURA DEL BRITISH ARMY PER L’OMICIDIO DI JEAN SMYTH-CAMPBELL

Un’unità sotto copertura dell’esercito britannico accusata di aver sparato a una giovane madre nel 1972, è tornata sotto ai riflettori dopo che un tribunale di Belfast ha ordinato una nuova inchiesta sul suo omicidio
Jean Smyth-Campbell morì in una sparatoria in corsa a West Belfast all’età di 24 anni, la notte dell’8 giugno 1972, all’apice dei Troubles.
Inizialmente fu l’IRA ad esser stata accusata dalla polizia, ma in seguito emerse la prova che un’unità sotto copertura dell’esercito britannico avrebbe potuto essere responsabile dell’omicidio.
Martedì 19 marzo, la Corte d’Appello ha ordinato una nuova indagine sulla sua morte, affermando che le precedenti indagini non avevano rispettato gli obblighi in materia di diritti umani.
Ci si aspetta ora che il giudizio possa fungere da precedente e quindi avere implicazioni di vasta portata per altri casi irrisolti dei Troubles, per cui le famiglie delle vittime hanno a lungo denunciato indagini inadeguate.
Margaret McQuillan, sorella di Jean Smyth-Campbell, ha accolto favorevolmente la sentenza. “Sono al settimo cielo per quanto deciso”, ha detto. “Sono passati 47 anni da quando Jean è morta e tutto ciò che vogliamo è arrivare alla verità”.
Il caso tornò alla ribalta nel 2014 quando il ricercatore pioneristico Ciaran MacAirt, trovò registrazioni militari sepolte all’interno di archivi britannici, che sembravano collegare i soldati all’omicidio.
I soldati erano membri di un’unità del British Army chiamata Military Reaction Force, che fu fondata dal generale Frank Kitson. Si ritiene sia responsabile dell’uccisione di decine di civili a Belfast negli anni ’70.
Nel momento in cui vennero alla luce nuove prove del coinvolgimento del MRF, i familiari di JeanSmyth-Campbell chiesero immediatamente un’indagine indipendente
Solo dopo anni di discussioni legali, i giudici della Corte d’Appello hanno ora stabilito che il Police Service of Northern Ireland (PSNI) ha omesso la “indipendenza pratica” nell’indagare adeguatamente sull’omicidio.
Niall O’Murchu del Kinnear & Co. Solicitors, legale di Margaret McQuillan, ha accusato la PSNI di aver “trattato questa famiglia con assoluto disprezzo”.
Ha detto che il capo della polizia, George Hamilton, dovrebbe “abbassare la testa per la vergogna e scusarsi con la famiglia di Jean”.
Nella loro sentenza, i giudici hanno evidenziato che 27 dei 55 membri dello staff della PSNI che avevano il compito di indagare sulle uccisioni irrisolte dei Troubles, avevano militato nella RUC (Royal Ulster Constabulary), la vecchia forza di polizia che è legata a molte delle morti.
George Clarke, assistente capo della PSNI, ha dichiarato: “È importante dire che, in primo luogo, riconosciamo la continua sofferenza per le vittime e le loro famiglie in tutta l’Irlanda del Nord, compresa la famiglia di Jean Smyth. Hanno sofferto a causa dei Troubles e, comprensibilmente, continuano a cercare risposte”.
“Studieremo il giudizio di oggi (19 marzo) su queste complesse questioni, nel dettaglio, e considereremo attentamente cosa possa significare per il futuro delle indagini nei casi storici dei Troubles”.
“Se vogliamo costruire una società sicura, fiduciosa e pacifica, allora dobbiamo trovare un modo per affrontare il nostro passato e la PSNI si impegna a fare la propria parte in questo processo”.
“Credo che il posto giusto per qualsiasi indagine nei casi legati ai Troubles, sia con una Historical Investigations Unit come indicato nel Stormont House Agreement. La PSNI ha dato il suo pieno sostegno al Stormont House Agreement; ma progredire su questa importante questione è di competenza politica”.
Tratto da Morning Star