DERRY, NERVI TESI DOPO LA BOMBA: “ABBIAMO PAURA”

Articolo di Riccardo Michelucci, reduce dalla trasferta a Derry in concomitanza al 47° anniversario della Bloody Sunday, ma soprattutto a pochi giorni di distanza dall’autobomba esplosa a Derry, sabato 19 gennaio
Tratto da Avvenire, edizione di giovedì 31 gennaio
Erano sette anni che non esplodeva un’autobomba da queste parti.
Per la popolazione di Derry è stato un brusco risveglio: ha fatto svanire di colpo la convinzione che la guerra fosse ormai solo un lontano ricordo.
“Sembrava un sabato sera come tutti gli altri, finché non abbiamo ricevuto la chiamata della polizia che ci ordinava di evacuare immediatamente l’edificio”.
Ciaran O’Neill è il direttore del Bishop’s Gate Hotel, l’elegante albergo che si
trova a poche decine di metri dal luogo dell’attentato del 19 gennaio scorso. Erano le otto di sera, e il ristorante dell’hotel era pieno di gente.
“Gran parte del mio staff ha meno di trent’anni e non si era mai trovato in una situazione simile. In pochi minuti siamo stati costretti a portare al sicuro quasi duecento persone”.
Aperto due estati fa, il Bishop’s Gate è stato votato secondo miglior albergo del Regno Unito dagli utenti di Tripadvisor ed è il simbolo più eloquente della riqualificazione di un’area che negli ultimi anni ha visto fiorire nuovi negozi, bar, ristoranti e un mercato coperto.
Adesso si teme che l’evento possa avere gravi ricadute sull’economia cittadina.
La libreria Little Acorn si trova all’angolo della strada.
Jenny Doherty, la proprietaria, non si è ancora ripresa dallo choc. Il sabato sera di solito chiude alle sei ma quel giorno aveva deciso di restare più a lungo per rimettere a posto il negozio.
“Stavo per chiudere la saracinesca quando ho sentito un botto enorme. Mi sono affacciata fuori e ho visto i poliziotti che stavano evacuando l’area in tutta fretta. Mi hanno gridato di tornare nel negozio e restare chiusa all’interno”. Jenny abita all’interno dell’area evacuata per motivi di sicurezza e ha potuto far ritorno a casa solo due giorni dopo,quando l’allerta è terminata.
Quasi per miracolo il potente ordigno sistemato nel veicolo in sosta di fronte al tribunale non ha fatto vittime. Ma chi l’ha piazzato ha scelto con cura sia il luogo che una data precisa per compiere l’attentato. Eamonn McCann, 75 anni, scrittore e storico attivista politico, è convinto che la bomba non abbia niente a che fare con la Brexit.
“I repubblicani dissidenti contrari al processo di pace hanno voluto celebrare in questo modo il centenario dell’inizio della guerra d’indipendenza, nel 1919. L’eredità della storia è ancora pesante da queste parti, e alcuni vorrebbero rivivere il passato”, spiega McCann, che nel 1972 fu uno degli organizzatori della marcia che culminò nella strage della Bloody Sunday.
Bishop street, dov’è esplosa l’autobomba, si trova nel cuore del centro di Derry, all’interno delle mura cittadine, in un luogo dal forte valore simbolico. Il piccolo tratto di strada scende verso il Diamond – la piazza centrale -, costeggia la cattedrale anglicana di San Columba ed è adiacente al Fountain, una piccola enclave protestante chiusa dietro a un recinto di grate metalliche.
Uno dei tanti muri che continuano a dividere le città dell’Irlanda del Nord.
L’area è controllata da decine di telecamere della polizia. Pare impossibile che gli autori dell’attentato non siano stati ancora scovati.
Le cinque persone arrestate finora sono state rilasciate nel giro di poche ore, senza alcuna accusa. Il giorno dopo la bomba, gruppi di uomini armati hanno sequestrato tre veicoli seminando il caos in città. Poi l’allarme è finito ma gli agenti continuano a pattugliare il centro giorno e notte con i cani anti-esplosivo.
Duecento persone sono scese in piazza a manifestare contro i dissidenti, criticando anche i leader politici per l’impasse che da oltre due anni blocca il parlamento di Stormont.
Antoinette McMillen del NIPSA, il più grande sindacato d’Irlanda, ha detto che i nostalgici della lotta armata dovrebbero dare ascolto ai lavoratori, che non vogliono un ritorno al passato.
La gente è scossa, ma la paura delle prime ore ha ormai lasciato spazio a una profonda rabbia nei confronti di chi vorrebbe riportare l’Irlanda del Nord agli anni bui del passato.
Un gruppo che si è presentato con il nome di “IRA” ha inviato una dichiarazione al Derry Journal rivendicando l’attentato al tribunale e minacciando nuovi attacchi.
Molti temono che i gruppi paramilitari possano usare la Brexit e l’eventuale ripristino del confine con la Repubblica d’Irlanda come pretesto per compiere nuovi atti di violenza, ma nessuno crede che il conflitto possa davvero riesplodere come in passato.
Si ringrazia Riccardo Michelucci per la gentile concessione
Consigliamo anche l’intervento di Riccardo Michelucci a Radio3 Mondo all’interno della puntata ‘No border no Brexit’, ascolta l’audio