PRIGIONIERO ‘PUNITO’ PER IL SUO LEGAME CON COLIN DUFFY

Sean McConville, che sta scontando una pena di 15 anni per possesso di esplosivi, è stato illegittimamente punito per aver incontrato Colin Duffy, durante un permesso
Sean McConville ha perso i privilegi carcerari e si è visto ulteriormente negare 2 permessi temporanei di rientro a casa, dopo essere stato visto con Colin Duffy, Henry Fitzsimons e Brendan Conway, alla fine dell’anno scorso.
Tutti e tre gli uomini sono stati incarcerati nella Roe House di Maghaberry, carcere di massima sicurezza a Lurgan.
Gli avvocati di Sean McConville hanno sostenuto che le limitazioni che proibiscono il contatto con chiunque sia collegato ad attività criminali o organizzazioni paramilitari, sono troppo vaghe.
Nel tentativo di ottenere un intervento da parte del Northern Ireland Prison Service circa le sanzioni inflitte, il difensore Barry Macdonald ha sollevato la violazione della privacy e della vita familiare di McConville sulla base dell’Art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
“Le condizioni sono così ampie, talmente poco chiare e così imprecise che non consentono al prigioniero di gestire le proprie attività”, ha precisato il legale.
La difesa sostiene che Sean McConville era impegnato con prominenti figure repubblicane; a questo punto si rende quindi necessario fare una distinzione tra paramilitari dissidenti e membri di una organizzazione politica.
“Sarebbe stato molto facile per lui evitare di prendere contatto con queste persone”, ha controbattuto Neasa Murnaghan, per il Prison Service, asserendo che ‘non è ammessa ignoranza’.
Il giudice Stevens, preso atto delle dichiarazioni, si è riservato di decidere se il ricorrente è riuscito a dimostrare la discutibilità del caso.
Darragh Mackin (KWR Law), legale esterno di McConville, ha dichiarato: “La punizione dei detenuti per violazione delle condizioni che sono vaghe e indefinibili, basate sul “sentito dire” della PSNI, è in contrasto con i principi fondamentali dello Stato di Diritto e dei loro diritti ai sensi dell’Art. 8 (della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo).”
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