IL NOSTRO PICCOLO SPORCO SEGRETO

Un editoriale a firma di Emmet Doyle, pubblicato sul suo blog “A simple wee man” e divulgato da Anthony McIntyre attraverso le pagine di “The Pensive Quill“. Il resoconto e le riflessioni scaturite dopo la seconda visita di Emmet Doyle a Maghaberry. Uno scritto senza pretese e proprio per questa ragione in grado di raggiungere l’animo anche di chi non è particolarmente ferrato sulla questione nordirlandese

di Emmet Doyle

Scommetto che il titolo ti sta incuriosendo…Si riferisce a qualcosa di sordido, forse pettegolezzi, forse un’indiscrezione? Spiacente di deluderti, ma per favore continua a leggere.

Ora prima di iniziare, voglio che tu pensi alle persone e a questo articolo come qualcosa di neutrale al 100%. Non destestarli, non destestare la loro politica, solo così ‘capirai’ veramente quello che sto cercando di trasmettere.

Quella di oggi è stata la mia terza volta a Maghaberry, in precedenza avevo fatto visita a Marian Price, che nel frattempo è stato trasferita ad Hydebank. Allora, non sto scherzando quando dico che mi ci è voluto una settimana per far ritorno alla realtà. In questo ripugnante, mostro grigio, c’era una donna di 57 anni (all’epoca), niente che somigliasse alle foto che avevo visto o ai dipinti in giro per la città. Mi aveva realmente svuotato, avevo dormito poco nei 3 giorni successivi – anzi qualcuno che mi ha contattato per avere notizie della visita e probabilmente voleva solo una sintesi di 5 minuti su come stava, ha ottenuto da me un’ora e venti minuti di disperazione ed addirittura lacrime al telefono!

Da quel giorno la questione prigionieri ha bruciato strada nel mio cervello e non posso dimenticarla. Non è mia intenzione soffermarmi troppo su ogni individuo, quindi dovrò procedere.

Oggi, sono andato alla Roe House, che ospita separatamente dagli altri, i prigionieri repubblicani. Ho da dire che oggi non mi sentivo affatto bene, ma un nuovo tipo di malattia si è aperta il varco dentro di me.quando siamo entrati in un complesso che sembrava essere una prigione all’interno di una prigione.
Una passerella centrale conduce all’ingresso dell’edificio con due grandi “yards”, uno per lato. Uno sulla sinistra per i prigionieri lealisti, e l’altro per i repubblicani.

Quello di destra racchiudeva un gruppo di uomini in gran parte anziani, con lunghe barbe bianche nere e grige, con indosso jeans o tute. Entrandovi all’interno, ci si aspetterebbe di vedere la Roe House come dipinta nello sgargiante libretto del Northern Ireland Prison Service (NIPS).

Ma è sbagliato. Ad arrivare per primo è l’odore di disinfettante industriale un puzzo che parrebbe un mix di naftalina, formaldeide e odor di piedi. L’olezzo nell’aria impregna tutto, ho potuto sentire l’odore nelle narici nelle 24 ore successive.

Poi le tante persone a zonzo con indosso tute chimiche, come nella saga di ‘Alien’. In cima a tutti il team di perquisizione, vestito di tute bianche. Ora, a prescindere dalle osservazioni, si deve porre l’attenzione alle ragioni di fondo che richiedono tutto questo personale extra e circostanze strane che non vedi nell’immagine (riportata dalla brochure del NIPS ndr).

Prigionieri repubblicani di diverse sfumature ideologiche sono coinvolti in una protesta. Spargono i loro escrementi sulle pareti delle loro celle e riversano i loro rifiuti organici liquidi nei corridoi attraversole porte delle stesse (guardate la foto qui sopra e cercate di immaginare il caos). La base di questa protesta è l’attività dei gruppi coinvolti, non cercherò di approfondire le manifestazioni di rabbia provata dai prigionieri.

Questo è un filone di una questione più ampia. L’altra è la nostra idea di giustizia penale. Partiamo dal presupposto che coloro che hanno perso la propria libertà e sono abitanti della Prison Estate sono stati dimostrati colpevoli di crimini di fronte ad un giudice e ad una giuria di loro pari. Ma non è sempre questo il caso – e mi dispiace dirlo. Ci avevano promesso una devolution della giustizia, ciò che abbiamo ottenuto è la devolution del potere di polizia, mentre i sistemi giudiziari sembrano essere bloccati in una fase del 1980, in gran parte controllata dai politici a Londra.

Mi spiego. Marian Price. Fu arrestata per ‘esortare il supporto ad un’organizzazione illegale’. Le fu concessa la libertà su cauzione dalla Derry Magistrates Court – benchè il giorno prima la sua licenza fosse stata revocata dal segretario di Stato (Owen Paterson ndr). Fu rispedita in carcere – e non in una prigione qualsiasi, a Maghaberry. Devo specificare che Maghaberry è una prigione maschile. Da qui l’inizio della campagna di liberazione, e la venuta a galla di 2 fatti molto inquietanti – e mi riferisco a fatti, che posso essere indipendentemente verificati.

Il primo. La Royal Prerogative of Mercy concessa a Marian nel 1980, che gli cancellò la fedina penale, è stata ‘persa, probabilmente distrutta’ – queste le parole del NIO. FATTO.

Il secondo sta alla la base della sua detenzione in corso, sulla base del Life Sentences Order (NI) che include il reperimento di ‘informazioni secretate’. Effettivamente il NIO ha ricevuto informazioni protette dal Segretario di Stato. Nessuno ha in alcun modo accesso ad esse – né la cliente, né gli avvocati. Il Segretario di Stato ha revocato la licenza di Marian sulla base di questo tipo di informazioni. Fino ad oggi, non ha mai detto il perché proprio lei sia in carcere.

Alcuni hanno tentato di intorbdire le acque dicendo che si è resa colpevole di violazione della licenza e sconterà il resto della sua condanna tralasciando i diritti che dovrebbero esserle garantiti dalla Royal Prerogative of Mercy. Non c’è sentenza, non c’è niente. Ai fini della chiarezza bisogna riportare l’accusa rivolta a Marian per il crimine efferato commesso presso la caserma di Massereene, dove furono uccisi due soldati britannici. Nell’interesse della giustizia, tutto ciò che posso dire è che tutto questo successe non molto tempo dopo il terribile evento, ma nessuna prova è stata presentata dinnanzi un tribunale.

Il fatto che qualcuno sia in prigione, anche se non è stato dimostrato colpevole di un crimine, che un assenteista politico sia coinvolto, sono fantasmi inspiegabili. Alcuni uomini nella Roe House sono in carcere sulla base delle medesime circostanze, anche se ci sono delle varianti. Ad essere coinvolte sono persone che hanno commesso o sono accusati di aver commesso crimini prima del 1998, in alcuni casi alla fine degli anni ’70, inizio anni 80.

La Sentences Act Scheme stabilisce che qualcuno accusato di un crimine prima del 1998 può scontare due anni, poi si può chiedere il rilascio sulla base della legge, fine della storia. Quindi, stiamo mettendo le persone in carcere per reati che sono o non sono stati dimostrati, in cui il sistema giudiziario commettendo errori su errori si è trovato nel dovere di accusare qualcuno.

Nei giorni del ‘NI 2012, Our Time is Now’ e altri slogan – non possiamo come società dimenticare questa situazione – sia che si sia d’accordo o meno con il punto di vista di qualcuno – alla fine dobbiamo educare noi stessi. Io non supporto alcun tipo di violenza, non l’ho mai fatto, e mai lo farò – nonostante coloro che si oppongono al mio differente punto di vista, solo perchè conveniente. Se qualcuno ha commesso un crimine, ed è dimostrato colpevole in un tribunale di diritto in modo aperto e trasparente, senza ricorrere ad ‘informazioni protette’, in un processo con giuria – allora dovrebbe scontare la pena.

L’unionismo diventa isterico quando parliamo di queste cose – ma quello che manca è semplice. Non abbiamo il controllo su alcuni aspetti del nostro sistema giudiziario. Alcune persone che glorificano la violenza stanno approfittando della situazione in carcere per tentare di trascinarci all’indietro. Le istituzioni sono offuscate dalle immagini provenienti dalla Roe House e da Hydebank dove si trova ora Marian.
Se affrontiamo questi casi, tutti, in modo trasparente e accettiamo il risultato, allora il nostro piccolo sporco segreto svanirebbe. Se non lo facciamo, stiamo andando incontro ad ancor più Roe House. Alcuni dicono che le persone nella Roe House hanno avuto la loro giustizia, e non possiamo interferire con quello, poi loro interferiscono – giusto o sbagliato che sia – in altri casi. Non si può andare avanti.

Che cosa succede se muore qualcuno in quel luogo? E allora? Tutti noi vogliamo andare avanti, e giustamente, tutti abbiamo sopportato molto. Non possiamo andare avanti, a mio parere, fino a quando ci appelliamo a tutte le difficili, sporche, squallide e scomode situazioni. Tutti loro, protestanti, cattolici, unionisti, lealisti, repubblicani, nazionalisti, ognuno di loro.

Voglio andare avanti, non voglio vedere l’espansione della Roe House, voglio una giustizia aperta – non voglio che sia io o tu, il prossimo.

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