PSNI: TRE QUARTI DEI NUOVI ASSUNTI SONO EX-RUC
304 su 399 nuovi agenti in borghese del Police Service of Northern Ireland hanno fatto parte del famigerato Royal Ulster Constabulary (RUC): lo rivela la PSNI stessa
Da sempre problema spinoso per il corpo di polizia nordirlandese, il reimpiego di ex agenti del RUC è sottoposto a regolamentazioni ben precise: chiunque rientri nella polizia prima di cinque anni dal ritiro deve pagare una somma forfettaria; ma l’obbligo decade per gli agenti in borghese.
E i numeri, per la prima volta resi pubblici dalla PSNI dopo anni di vana insistenza da parte dello Sinn Féin e del SDLP, parlano chiaro: gli agenti del RUC che hanno ritrovato posto tra le fila della polizia sono ben 304 su 399, seppur a contratto temporaneo, e almeno la metà di loro ricoprono ruoli in campi di assoluta importanza e delicatezza.
Sessantatre sono stati reimpiegati nei servizi di intelligence; cinquantanove lavorano nel reparto che indaga su crimini gravi e attacchi terroristici; altri diciannove si occupano di operazioni speciali nello stesso campo.
La PSNI difende le proprie mosse, affermando di aver bisogno delle capacità altamente specializzate degli agenti assunti, e della loro esperienza, definita “un grande beneficio” dal Deputy Chief Constable Judith Gillespie. Il DUP sostiene incondizionatamente la sua posizione, e non esita a definire “discriminatorio” ogni provvedimento che fosse atto ad escludere ex membri del RUC dall’attuale operato della polizia, e che quella contro di loro è una “caccia alle streghe”.
“Non c’è nessuna caccia alle streghe”, ribatte Gerry Kelly per lo Sinn Féin, che sostiene che la ri-assunzione di ex agenti del RUC dovrebbe cessare immediatamente. “Qui si parla di buon operato della polizia”.
“Molti di questi ex agenti adesso ricoprono ruoli delicati, ma non rispondono al Police Ombudsman né al Policing Board, non pronunciano il giuramento del corpo di polizia e non sono affidabili in termini di etica. La domanda è: da chi sono ritenuti affidabili?”
Anche per Joan O’Hagan, vice-responsabile del Comitato per le Risorse Umane, il provvedimento è “negative per la fiducia della popolazione”, anche se specifica di “non star suggerendo nessuna ‘caccia alle streghe’ contro ex agenti del RUC”.
“Semplicemente, non la considero una pratica positiva e mi preoccupano le sue conseguenze sulla governabilità e l’affidabilità, ma anche in termini finanziari”.
Entro la fine dell’anno, la PSNI assicura che ripresenterà al Policing Board un piano dettagliato per ridurre il numero dei contratti a termine proposti ad agenti in pensione, ma è altamente improbabile che questo basterà a ridurre al silenzio il coro di critiche.
Sarebbe ancora più chiaro se sapessimo quanti di questi “signori” sono Orange Order. Comincio a convincermi che sia vero: “New Name – Same Aim”
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