RIOTS DEL 21 GIUGNO: UN ARRESTO E INDAGINI IN CORSO
In seguito alla seconda notte di scontri, che ha visto un fotoreporter ferito alle gambe da colpi di arma da fuoco, la PSNI indaga su quale fosse l’obiettivo nel mirino dei riottosi, mentre una ventenne è già stata arrestata per possesso di armi e assalto alla polizia.
di Elena Chiorino
Per la PSNI, i colpi sparati contro il giornalista in Lower Newtownards Road si classificano come “tentato omicidio”, ma sono in corso indagini per stabilire quale fosse il reale obiettivo. “Sarebbe decisamente strano che stessero cercando di colpire i giornalisti”, spiega Alistair Finlay, Assistant Chief Constable, “sarebbe un passo falso per chiunque. È più probabile che i poliziotti fossero l’obiettivo. Avremo a disposizione la giornata di mercoledì per stabilirlo.” Per ragioni di sicurezza, ai giornalisti è stato comunque consigliato di rimanere fuori dall’area degli scontri più violenti.
È certo, però, che vi sia il gruppo paramilitare lealista Ulster Volunteer Force (UVF) anche dietro alla seconda notte di scontri: “Non sappiamo se abbiano o no l’influenza sufficiente a fermare gli scontri, ma non c’è dubbio che la violenza si sia originata in gran parte dalla comunità lealista, e in questo l’UVF di Belfast ha sicuramente un ruolo.”
Il Police Ombudsman ha aperto un’inchiesta, e una ventenne sospettata di possesso di armi da fuoco e di attacco alla polizia è stata arrestata, e rimane in custodia.
Nella notte del 21 giugno, sono rimaste ferite altre due persone, ricoverate per ustioni, mentre le condizioni del fotoreporter, al Royal Victoria Hospital, sembrano essere stabili.
“Stavamo correndo”, racconta un altro giornalista, testimone oculare, “quando, voltandomi indietro, ho visto una persona scrutare al di là di un muro, e poi sparare cinque o sei rounds. A quel punto so solo che un mio collega ha iniziato a urlare di essere stato colpito, e i suoi pantaloni erano intrisi di sangue. Non so se il proiettile l’abbia colpito di striscio o sia entrato e poi uscito, ma quello era sicuramente sangue.” Attualmente è in contatto con lui, e le notizie sono rassicuranti: “Sta bene. Ho appena ricevuto un suo sms, sarà operato stamattina, e non è in pericolo di vita.”
In totale, sono stati sparati undici colpi di arma da fuoco, cinque dalla parte lealista e sei da quella nazionalista; due colpi hanno raggiunto un Land Rover della polizia, in quello che è stato definito un “chiaro tentativo di uccidere agenti”.
Naomi Long, MP per l’area che è stata teatro dei riots, testimonia ai microfoni della BBC che un uomo è stato colpito alla testa da un mattone e ricoverato per la frattura del cranio, e definisce la situazione “molto seria”: “Quando per le strade ricompaiono le armi da fuoco, è chiaro che l’intento è quello di uccidere. Credo che la gente dovrebbe fare un passo indietro e pensare seriamente a quello che sta succedendo.”
Amare le parole di Peter Robinson, Primo Ministro: “È profondamente deludente e preoccupante assistere a questo ritorno della violenza sulle nostre strade, quando così tante persone si stanno impegnando per costruire un futuro migliore per il Nord Irlanda”. Una netta condanna giunge anche da Martin McGuinness: “Una ristretta minoranza sta tentando di destabilizzare la nostra comunità. Non permetteremo che ci riportino al passato.”
Duncan Morrow, Chief Executive del Community Relations Council (CRC) afferma che la violenza è un tentativo di controllare le comunità attraverso l’intimidazione: “Chiunque sia convinto di poter risolvere i problemi di emarginazione o povertà con i riots e il caos si sta illudendo catastroficamente. Gli unici risultati che si possono ottenere così sono la miseria e la morte di ogni speranza che possiamo nutrire di costruire un’economia stabile e sostenibie.”
One arrest as 400 riot in Belfast (UTV)
PSNI investigate if wounded photographer was “target” (BBC News Northern Ireland)