L’HET PUBBLICA IL RAPPORTO SULLA MORTE DEL SOLDATO PAUL CARTER
Un’inchiesta dell’HET (Historical Enquiries Team) sull’omicidio del soldato britannico Paul Carter smentisce le voci secondo cui nessuno cercò di aiutarlo. La famiglia: “Una consolazione”
Paul Carter fu ucciso da un cecchino dell’IRA il 14 settembre 1971 a West Belfast, vicino a Falls Road, mentre sorvegliava un furgone militare che portava medicinali. Alla sua famiglia venne riferito che nessuno tentò di aiutarlo, ma anzi che addirittura qualcuno provò a rubargli il fucile mentre giaceva a terra. Tuttavia, quarant’anni dopo, l’inchiesta pubblicata dall’HET smentisce queste voci, rivelando che in realtà ci fu chi provò a portare aiuto, anche rischiando la vita nel farlo. Infatti, nel rapporto si legge che due uomini che si trovavano nelle vicinanze giunsero di corsa e lo trasportarono in ospedale, mentre il cecchino sparava ancora.
“Non è stato lasciato solo a morire”, sono le parole colme di sollievo della sorella Trudie. “Per me questo fa un’enorme differenza. Scoprire che qualcuno tentò di aiutare ha un immenso valore per me”.
“Allora, fu difficilissimo trovare risposte alle nostre domande”, continua. “Cercammo di scoprire cosa fosse successo, parlammo con il reggimento e in sostanza fu come parlare ad un muro – ‘È morto in servizio’, ripetevano. Certo che era morto in servizio. Ma ogni famiglia ha bisogno di conoscere le circostanze precise. Per esempio, volevamo sapere se indossasse un giubbotto antiproiettile: non lo indossava. L’HET lo ha scoperto per noi”.
Per l’omicidio di Paul Carter, nessuno è stato mai arrestato, e di fatto l’inchiesta è irrisolta, ma le scoperte appena pubblicate rimangono, per la sorella, un conforto dopo quarant’anni di sofferenza.