MARTIN McGUINNESS: QUANDO L’INCOERENZA DISTRUGGE
di Anthony McIntyre (The Pensive Quill)
traduzione a cura di Elena Chiorino
Mi chiedo se Martin McGuinness si guardi mai indietro e getti un’occhiata alla devastazione che ha aiutato a perpetrare nel Nord e oltre, culminata nella sua carica all’interno dell’amministrazione britannica, che ora assiste Londra nell’esercizio del suo potere.
Lo stato britannico può essere accusato di molte bizzarrie, ma sa sicuramente bene come cooptare e neutralizzare un avversario un tempo pericoloso. Può arrivare addirittura a trasformare quell’antico aggressore in un candidato per strappare ai repubblicani invettive che in altre circostanze sarebbero state rivolte direttamente agli stessi inglesi.
Un turista con scarsa conoscenza della turbolenta storia politica di questo paese sarebbe perdonato, se si convincesse che nel corso di anni di violenza politica Martin McGuinness sia stato un collega di David Ford nell’Alliance Party. Il turista potrebbe persino concludere che la collaborazione fra i due sia rimasta duratura fino ai giorni nostri, culminando in un’attiva politica di repressione del repubblicanesimo.
McGuinness non è nulla se non bizzarro. Ha etichettato coloro che attualmente sono coinvolti in attività repubblicane armate contro gli inglesi come “persone che vivono in un regno d’utopia … le cui riprovevoli attività sono quelle di chi è convinto che le bombe e le pistole siano la soluzione a tutti i problemi.” Ha poi invitato queste persone a “ritirarsi e riconoscere che non solo non stanno fornendo alcun contributo a migliorare la vita delle persone, ma anzi la stanno danneggiando”.
Pare lampante che la lotta repubblicana armata abbia imboccato una strada verso il nulla, e che le pistole e le bombe non siano la soluzione al tipo di problemi di cui i repubblicani soffrono l’esistenza. Ma non lo sono mai state. La lotta repubblicana armata è fallita perché, mentre poteva essere la risposta ad alcune cose, fra le quali la repressione britannica, non avrebbe mai potuto sperare di essere una risposta efficace alla sovranità britannica sul Nord. Ma Martin McGuinness non ha spiegato nulla di tutto ciò, e si comporta anzi come se le pistole e le bombe siano qualcosa con cui lui non ha mai avuto a che fare. Rifiuta di ammettere che le pistole e le bombe sono state il trampolino di lancio per la sua carriera politica come ben poco altro.
Coloro che fra noi hanno vissuto in questo paese e non sono inconsapevoli come il turista né soffrono di amnesia, come la stampa, hanno una vision differente. Noi ce lo ricordiamo rimproverare un’amministrazione repubblicana precedente per la sua promozione per la pace e per la sua volontà di concludere la guerra. Incoraggiava la lobby anti-pace con la promessa di una guerra che sarebbe continuata e mai, mai, mai finita finché non fosse finito il dominio britannico. Un anno dopo quel discorso, una delle azioni di quella guerra senza fine spazzò via le vite di molti innocenti ad Enniskillen.
Nelle sue recenti invettive, McGuinness, senza sembrarne conscio, maledice la campagna di violenza che egli stesso ha diretto. Le sue critiche agli attuali gruppi repubblicani armati potrebbero tranquillamente essere rivolte al suo stesso gruppo. La lotta armata della Provisional IRA ha deplorevolmente fallito nel suo più importante obiettivo. Ha prodotto un risultato che pochi repubblicani – esclusi coloro che lo volevano e hanno aiutato ad ottenerlo – auspicavano e certamente non dichiaravano di desiderare quando la guerra era all’apice. La disparità fra obiettivi e risultati non è mai stata evidenziata dal Sinn Féin. E finché non verrà criticata con la schiettezza che merita, i repubblicani armati di oggi continueranno a sentirsi traditi, più che sconfitti, e continueranno a combattere nella speranza che in qualche modo le cose possano cambiare per mezzo delle armi.
I Volontari della Provisional IRA che sono morti tentando di trovare soluzioni ai problemi con le pistole e le bombe sono stati investiti, postumi, del titolo di utopisti dal loro antico comandante.