AGENTE DEL MI5: “NON HO DISTRUTTO LE PROVE”

Secondo giorno di testimonianza di un agente del MI5 in incognito, nel procedimento in stile Diplock contro Colin Duffy, Henry Fitzsimons e Alex McCrory
Un agente del MI5 ha negato di aver deliberatamente distrutto le prove nel processo a carico di Colin Duffy, Henry Fitzsimons e Alex McCrory, per un attacco a fuoco contro la PSNI di quasi 6 anni fa.
Un convoglio di tre veicoli della polizia fu attaccato con fucili AK47, mentre viaggiava lungo Crumlin Road a North Belfast, il 5 dicembre 2013.
L’agente tecnico del MI5 – codice identificativo 9281 – ha preso il banco dei testimoni per il secondo giorno. La sua identità è stata visibile solo agli avvocati della difesa, dell’accusa e al giudice O’Hara.
Durante un esame incrociato, il difensore di Alex McCrory ha chiesto a 9281: “Quali sono le sue qualifiche?”
9281 ha risposto da dietro il sipario: “Non sono sicuro di poter rispondere a questa domanda per motivi di sicurezza nazionale” per poi specificare che, sebbene non a livello di laurea, le sue qualifiche riguardano “aree tecniche” e “sicurezza informatica”.
Alla domanda se avesse tenuto un quaderno o una qualsiasi annotazione di “questa operazione [Operation Contraction] che potrebbe essere usata come prova in tribunale”, 9281 ha risposto: “No”.
Gli è stato inoltre chiesto se sia una coincidenza che altri agenti del MI5, implicati nel caso, non avessero usato taccuini nel corso dell’operazione sotto copertura.
Il testimone ha risposto: “Non posso commentare per altri ufficiali. Non ne ho usato uno.”
La difesa ha attaccato: “Posso suggerirvi che è politica e procedura dei servizi di sicurezza, proteggere la vostra condotta dallo scrutinio di questo tribunale?”.
Il testimone ha risposto: “Non posso commentare le politiche e le procedure”.
L’avvocato ha proseguito: “Queste politiche e procedure sono progettate per preservare la vostra condotta dal controllo di questo tribunale e avete deliberatamente distrutto le prove di questo caso.”
9281 rispose: “Non ho distrutto nessuna prova in questo caso.”
Durante un precedente esame incrociato da parte del difensore di Duffy, l’agente del MI5 aveva confermato di aver terminato il download del materiale audio, da una chiavetta USB , alle 6.30 dell’8 dicembre 2013.
Alla richiesta dell’ora in cui iniziò a scaricare il materiale, 9281 ha risposto: “Non posso rispondere per motivi di sicurezza nazionale”.
A questo punto è intervenuto il giudice O’Hara, dicendo al testimone “puoi dirci di aver finito alle 06.30, ma non puoi dirci quando iniziò, per motivi di sicurezza nazionale”.
Il testimone ha annuito, dicendo che ciò è dovuto ad una serie di motivi incluso i “tempi di apertura” dei dispositivi audio.
L’avvocato della difesa ha incalzato l’agente del MI5 dicendo che un registro computerizzato indicherebbe che qualcun altro, oltre al testimone, scaricò lo stesso materiale audio tra le 4.40 e le 5.52 del mattino, prima che comparisse un avviso di virus alle 5.57 .
Il testimone ha risposto: “Il dispositivo non mi ha mai lasciato il possesso”, aggiungendo che se non fosse stato in suo possesso sarebbe stato messo “in una cassetta di sicurezza”.
Il processo continua.
Tratto da Portadown Times