PUGNO DI FERRO CONTRO I RIVOLTOSI DELLE FLAG PROTEST

L’Operation Dulcet è la presa di posizione delle forze di sicurezza contro i rivoltosi che per 3 mesi dallo scorso dicembre, hanno seminato violenza a East Belfast così come nel resto del Nord. Chiesta la collaborazione della Metropolitan Police, già impiegata nelle indagini sui riots del 2011 a Londra
Le flag protests sono state fonte di violenza, in particolar modo a East Belfast dove hanno avuto anche un risvolto settario, riaccendendo le faide tra le comunità nazionaliste e lealiste. 100 gli agenti della PSNI feriti, e un monte spesa di 15,6 milioni di sterline per le operazioni di polizia.
Come parte dell’Operation Dulcet, le forze di sicurezza hanno adottato il pugno di ferro contro i rivoltosi, attraverso la raccolta di prove, attraverso la collaborazione delle comunità e grazie all’esame delle immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso.
Identificati quasi 200 nuovi sospetti; decine quelli già portati dinnanzi ad un tribunale.
“Ogni singolo pezzo di elementi di prova, e le registrazioni a circuito chiuso raccolte a partire dal 3 dicembre, vengono tutte esaminate dalla squadra”, dichiara il sovraintendente investigatore Wright. Una squadra che si avvale della collaborazione della Metropolitan Police, già coinvolta nel 2011 nelle indagini sui riots di Londra.
“Le persone che hanno partecipato alle parate illegali, dove si sono avute rivolte, dirottamenti, aggressioni contro le persone o le cose, subiranno le conseguenze delle loro azioni”, prosegue Writgh, che chiarisce: “Io non voglio essere correre il rischio di giungere impreparato e poi perdere dinnanzi al tribunale. Sarebbe dannoso per la fiducia risposta dalla comunità.”
Wright invita i rivoltosi ad una presa di coscienza che li porti a costituirsi prima di essere raggiunti dalle forze di sicurezza. “Vorrei incoraggiarli a farlo. Sarebbe meglio per loro e per le loro comunità che a noi si rivolgono.”