LA RAAD FA MARCIA INDIETRO: GLI ‘ESILIATI’ POTRANNO TORNARE

“Chi è stato esplulso da Derry può tornare in città, ma solo alle nostre condizioni”: accolta con favore la nuova mossa della RAAD, che gli attivisti invitano nuovamente allo scioglimento
Sebbene sia dubbio il numero esatto di ‘esiliati’ dalla RAAD (Republican Action Against Drugs), con i media che parlano di cinque persone a settimana e il gruppo che smentisce le accuse “volte solo a screditare”.
Sollievo e soddisfazione dal mondo politico e soprattutto dagli operatori comunitari che hanno funto da intermediari durante le trattative: “Siamo estremamente felici che ci è stato mandato via possa ora tornare, e speriamo che non accada più a nessun altro” è il commento di Hugh Brady, un operatore comunitario del Rosemount Resource Centre, che si è occupato di circa cento casi tentando di portare avanti le trattative.
Michael Doherty, direttore del Peace and Reconciliation Group (PRG) di Derry, si è unito a lui: “Do il bentornato ai giovani che stanno tornando in città. Non sarebbero mai dovuti essere accusati. Chiedo ora alla RAAD di entrare al più preso in negoziati con tutti coloro che ne siano interessati”, ha poi aggiunto, “e con tutti intendo tutte le comunità, i politici e la PSNI. Chiedo inoltre loro di estendere la propria dichiarazione annunciando di voler fermare qualunque nuovo attacco, pestaggio punitivo o sparatorie”.
Appello, quello di disarmarsi, raccolto anche dal MLA del SDLP per il Foyle, Colum Eastwood: “Spero che la RAAD si renderà ora conto che è tempo per loro di lasciare la cena lasciando che la via democratica faccia il suo decorso.
Brady e Doherty hanno poi offerto aiuto per assicurare un ritorno sicuro agli esiliati: “Se qualche famiglia si troverà ad avere bisogno d’aiuto il nostro desiderio di aiutare sarà più forte della paura”, ha dichiarato Brady e Doherty fa eco: “Finché saremo convocati per dare una mano, saremo sempre coinvolti nel ritorno degli esiliati”.