PORTA IN FACCIA A MARTIN McGUINNESS. L’ORANGE ORDER SI RIFIUTA DI PARLARE CON LO SINN FEIN
“L’attuale politica della Gran Loggia d’Irlanda è di non incontrarsi con il Sinn Féin”, dichiara un portavoce, ed è chiaro che non si prospettano cambiamenti di rotta in un futuro prossimo”
“Se l’Orange Order non vuole colloqui con il Sinn Féin, non vedo perché dovrebbe rifiutare un incontro con Peter Robinson e me in veste di Primo Ministro e Vice Primo Ministro”, ha dichiarato ieri Martin McGuinness, aggiungendo che ogni tentativo di aprire nuove trattative deve avere luogo prima di Natale. Tuttavia, l’unica possibilità che ciò avvenga pare risiedere in un incontro di McGuinness con il nuovo comitato che la Gran Loggia ha istituito per far fronte al problema delle parate che rimangono contenziose.
Questo comitato speciale, guidato da Raymond Spiers, personalità di spicco dell’Orange Order di Belfast, si è formato l’anno scorso in seguito al rifiuto da parte della Gran Loggia di una soluzione proposta dal DUP e dallo Sinn Féin, che prevedeva lo scioglimento della “bestia nera” dell’Orange Order, la Parades Commission; si è già riunito una volta, ma non inizierà formalmente a prendere decisioni fino a settembre.
Lo schema a due livelli è stato il risultato degli intenti negoziati che hanno seguito l’attuazione dell’ultima fase del decentramento dei poteri a Stormont, che si è completata l’anno scorso con l’assegnamento a Belfast dei poteri di polizia e giustizia. “Il comitato inizia con un foglio bianco, ma se vuole può fare riferimento ad alcuni punti delle proposte dell’anno scorso.”
McGuinness e Robinson, comunque, non si danno per vinti: ad una conferenza stampa hanno dichiarato di voler rilanciare la loro offerta nonostante il netto rifiuto della Gran Loggia, sottolineando che la violenza scoppiata durante le parate della Twelfth rimane inaccettabile anche se è stata meno cruenta degli anni scorsi, e che è assolutamente da condannare.
“La nostra società ha iniziato a dimenticare quanto è stato arduo conquistare la pace,” afferma Robinson. “La gente ha bisogno di continuare a ricordarlo tutti i giorni.” Chiedendosi perché giorni come il 12 luglio possono essere assaporati pacificamente nella Repubblica e non lungo alcune strade dell’Irlanda nel Nord, conclude: “Molti di coloro che sono stati coinvolti nei riots intendono distruggere il lavoro in cui tutti noi siamo coinvolti; ed altri si stanno lasciando manipolare da queste persone. Tutto questo danneggia la reputazione dell’Irlanda nel Nord.” Gli fa eco McGuinness, che aggiunge: “Tutti quelli che ritengono che non parlare sia una buona idea hanno bisogno di affrontare la realtà e riconoscere di che genere siano i titoli dei giornali che si stanno occupando di noi.”