KATE CARROLL: “LA LORO SENTENZA INIZIA ORA, LA NOSTRA NON FINIRÀ MAI”

Emessa la sentenza nel processo Stephen Carroll. Il “disgusto” della vedova Carroll dopo le condanne agli assassini del marito, Brendan McConville e John-Paul Wootton: 25 anni al primo e il minimo possibile – 14 anni – al secondo, appena diciassettenne all’epoca dell’omicidio

Dopo nove settimane di processo, durante le quali i due imputati non hanno mai smesso di dichiararsi innocenti, decise oggi dalla Belfast Crown Court le condanne per gli autori dell’omicidio dell’agente di polizia Stephen Carroll, ucciso a Craigavon tre anni fa.
Nessun commento da parte dei due; Kate Carroll, invece, esprime “disgusto” per la condanna a 14 anni a Wootton, e per la “differenza” tra le sentenze in Irlanda del Nord e in Inghilterra, dove chi uccide un agente di polizia deve scontare trent’anni di prigione.
“Non si possono fare eccezioni per un paese. È disgustoso, dovrebbe essere lo stesso ovunque. Così passa il messaggio che qui va bene uccidere un poliziotto”, sono le sue parole. “Giustizia è stata fatta? No, per noi no. Stephen è ancora nella tomba”.
Nel decidere le sentenze, il giudice Paul Girvan ha definito McConville e Wootton “giustizieri auto-nominati rifiutati dalla società”.
“Nessuno che abbia un minimo senso d’umanità o compassione potrebbe impedirsi di essere toccato dal vedere o leggere della devastazione causata da giustizieri auto-nominati che hanno deciso di avere il diritto di sacrificare una vita a beneficio di scopi terroristici rifiutati dalla società”, ha dichiarato. “A qualunque terrorista continui a praticare il terrorismo oggi deve essere impedito di proseguire su quella strada ed ogni sentenza dovrebbe riflettere questa necessità”.

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