Boris ed il suo muro insormontabile della Brexit

Tratto da The Article per la firma di Denis Macshane
Questa è una trascrizione senza correzioni* della teleconferenza via Zoom tenutasi oggi (lunedì 15 giugno 2020, ndr) tra Boris Johnson, Ursula Von der Leyen, Charles Michel, David Sassoli e Michel Barnier.
“Allo, allo, ici le premier ministre du Royaume Uni. Je m’appelle Boris Johnson”.
“Buongiorno Primo Ministro, è bello rivederla. Sono con i miei colleghi Charles Michel, presidente del consiglio della Unione Europea, e David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo. Come sta?”
“Accidenti Ursula: una tedesca, un italiano e anche un belga contro un inglese da solo! Questo vuol dire levarmi ogni possibilità!”
“Beh, Primo Ministro c’è anche Michel Barnier. Si ricorderà di lui, è il francese che ha concluso l’accordo che l’autunno scorso le ha permesso di vincere le elezioni.”
“Bonjour Michel. Spero che la botta di Covid-19 ti sia passata. A me non sono sicuro che sia passata. Poi ho anche un bambino che mi tiene sveglio tutta notte. Dove eravamo rimasti?”
“Primo Ministro, lei ha richiesto questo meeting su Zoom. Io qui rappresento la commissione, come Michel, ma noi non decidiamo niente. Sono i 27 capi di Stato che prendono tutte le decisioni. Inoltre i membri del Parlamento Europeo devono approvare ogni accordo, anche parziale, e siccome non c’è più una maggioranza di nessun partito nel Parlamento Europeo, sarà difficile farsi approvare qualcosa da tutti”.
“Sì, sì, ma dobbiamo andare avanti. Ho bisogno di un accordo entro l’autunno. Non possiamo tirarla avanti fino al 2021. Scusate l’inglesismo ma è bene che Michel e i suoi ragazzi si diano una mossa.”
“Sono d’accordo, e abbiamo pronta una bozza del Withdrawal Agreement e della Dichiarazione Politica. Ma il suo simpatico Mister Frost sembra pensare che nessuna delle due sia più valida, anche se sono leggi britanniche.”
“Non vi preoccupate di David. Affrontiamo le cose a poco a poco come prima. Voglio solo un accordo che mi possa portare dei voti. Ho già ordinato che non ci siano controlli doganali a Dover. Questo certo vi dimostra la mia buona volontà.”
“Questo succede perché lei non ha fatto nessuna preparazione per lo spaventoso lavoro cartaceo ed i controlli obbligatori su merci e cibo che dovranno essere effettuati tra due entità economiche separate – la UE e la Gran Bretagna – che non hanno più regole in comune. Noi continueremo a fare i controlli dal nostro lato, specie se il suo ministro del Commercio continua a dire che il cibo trattato con ormoni e sostanze chimiche in America può essere importato in Gran Bretagna. I nostri standard sono ben più alti, ed i nostri consumatori vorranno sapere come niente che viene dalla Gran Bretagna si sottrae alle nostre regole ed ai nostri parametri. Ci saranno code di camion molto, molto lunghe a Dover e Folkestone per tornare in Europa.”
“Ok, ok ci guarderemo. Ma almeno proviamo cominciare a far ritornare i cittadini britannici a fare le vacanze sul continente facendo ripartire i 73 milioni di voli all’anno verso l’Europa.”
“Lo vogliamo tutti, Primo Ministro. Ma lei sta dicendo che non accetterà le regole europee sulla protezione dei dati. Questo vuol dire che se uno dei suoi cittadini manda un’email ad un hotel per una prenotazione, sarà illegale rispondergli, se voi non rispettate le stesse regole.”
“Non possiamo farci dettare le regole dalla Corte di Giustizia Europea. Il Parlamento non lo accetterà mai.”
“Primo Ministro, Michel Barnier ha detto chiaramente che la Corte di Giustizia Europea interpreterà la legge europea, non quella della Gran Bretagna. Se voi non volete rispettare regole comuni sul trattamento dei dati son fatti vostri, ma la Corte di Giustizia Europea non permetterà che cittadini europei vengano esposti al rischio di veder cadere i propri dati personali nelle mani di criminali in Gran Bretagna. Veda lei.”
“Dovete darmi le mie 200 miglia attorno alla Gran Bretagna per le barche da pesca britanniche.”
“Primo Ministro, sono Jean Michel. Sono stato primo ministro del Belgio il quale ha anch’esso pescherecci, così come li hanno altre 7 nazioni costiere europee. Noi, lei e i francesi peschiamo in queste acque da secoli. Lascerei che le comunità di pesca risolvessero da soli queste cose, così come fanno ogni anno col sistema esistente. Se lei manda la Marina Britannica a minacciare le nostre barche, come nelle sue guerre del merluzzo con l’Islanda, non finirà bene. Emmanuel Macron non è presente adesso. Ma ha detto molto chiaramente che non può tradire les pecheurs français e sperare di essere rieletto come presidente francese.”
“Beh Ursula, sicuramente possiamo fare qualcosa, una cosa qualunque?”
“Sì, continuare le nostre discussioni. Pensiamo che sarebbe stato più furbo continuare i negoziati, siccome crediamo tutti e tre che tutti in Europa siano concentrati al 200% a sconfiggere la minaccia alla salute rappresentata dal covid-19, e poi a rimettere in piedi le nostre economie disastrate. Non voglio essere scortese, ma lei ha fatto il suo referendum ed ha lasciato l’Unione Europea, ma non sembra accontentarsi di questo. Noi non siamo britannici. Solo voi potete decidere cosa fare. Nelle nostre capitali o nei nostri parlamenti a nessuno interessa la Brexit. Siamo ben felici di continuare a chiacchierare e di mantenere lo status quo, in modo che gli europei dell’est possano venire a raccogliere la vostra frutta e la vostra verdura, o lavorare nelle vostre case di cura e nei vostri ospedali. Ma il signor Frost sembra credere all’idea di avoir le beurre et l’argent du beurre, che credo si traduca in avere la botte piena e la moglie ubriaca. Mi dispiace, ma siamo contenti delle nostre regole e per quanto ci piaccia la Gran Bretagna e le auguriamo buona fortuna, non possiamo darle lo status speciale che chiedete.”
“OK, Ursula, merci, Danke. Lo dirò a Dominic e vedrò cosa mi danno il permesso di fare.”
*E del tutto immaginaria