TWELFTH, DISORDINI AD ARDOYNE? “NON SI TRATTA DI ‘SE’ MA DI ‘QUANDO’…”

Appelli da tutti i fronti perché la Parades Commission riveda le decisioni sulle parate della Twelfth: pessimisti i repubblicani, “oltraggiata” la comunità lealista

“Non lascerò che i miei figli rimangano qui mentre chiunque non fa altro che parlare di come la situazione esploderà, andremo al mare”; “Le tensioni si stanno aggravando, non vedo come potremmo veder passare questa settimana senza disordini”; “Non credo sia una questione di “se” i disordini scoppieranno, ma di “quando” scoppieranno. La gente qui non vuole la marcia”: sono, nell’ordine, le voci di Eve O’Neill, Gary Kelly e Malachy Canning, tutti residenti di Ardoyne, tutti angosciati dalla decisione della Parades Commission di permettere alla parata orangista di percorrere Crumlin Road al ritorno.

“Hanno peggiorato la situazione invece di migliorarla”, denuncia Gerry Kelly (Sinn Féin), mentre per Peter Robinson, Primo Ministro nordirlandese, “la decisione della Parades Commission rappresenta una vittoria politica contro i dissidenti repubblicani, anche se è stata criticata da entrambe le comunità”.

È la marcia di protesta del GARC, un’ora dopo quella dell’Orange Order, a spaventare gli unionisti del North & West Belfast Parades and Cultural Forum, per cui la decisione è “oltraggiosa e altamente irresponsabile”. In uno statement, poi, ha accusato il GARC di “minare il lavoro che il Forum e il CARA (Crumlin Ardoyne Residents Association, ndr) erano riusciti a portare avanti”, aggiungendo che “chi ha preso la decisione di permettere una violenta parata repubblicana deve essere stupido o criminale”.

Il GARC, per contro, ha più volte sottolineato anche in uno statement ufficiale che “chiunque abbia intenti violenti non è ben accetto alla parata”.

In risposta alla bufera di polemiche, la Parades Commission si è limitata ad invitare alla calma: “Spero che chiunque sia coinvolto o toccato dalla parata riconosca i progressi che sono stati fatti e si impegni per evitare che vi siano effetti negativi”, ha dichiarato un portavoce, Peter Osborne. “È tempo di lasciarci il conflitto alle spalle”.

Addirittura Jackie McDonald, leader dell’UDA, ha dichiarato al Belfast Telegraph che per lui “il 12 luglio è il giorno peggiore dell’anno”, e imputa all’alcool la causa dei disordini: “Sul percorso di andata non c’è problema, ma passano ore a bere prima del ritorno, e non dovrebbe succedere”.
“Spesso i disordini scoppiano tra le diverse fazioni lealiste”, aggiunge “e non c’è un Cattolico per miglia. Questo crea tensioni e non fa un certo un favore all’Orange Order e alle bande”.

Per questo motivo, spiega, l’Orange Order “aveva considerato la possibilità di fermare la parata di ritorno”, ma l’Orange Order ha replicato che la stessa PSNI ha consderato l’opzione “non realistica”, perché “impossibile da controllare”.

Inoltre, McDonald ha confermato che “l’UDA esiste ancora, sebbene non ricopra un ruolo attivo”, e ha aggiunto: “Anche l’IRA esiste ancora, esattamente come l’UDA. Quando firmò il cessate il fuoco definitivo, fu la gente stessa a concordare sul fatto che dovesse rimanere, perché la sua influenza permette alle persone di andare avanti”.
“Dobbiamo ai membri (dell’UDA, ndr) che sono morti l’attuale situazione di pace permanente”, ha concluso.

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