SPECIALE ELEZIONI: SI AVVICINA L’ELECTION DAY

A cura di Flavio Bacci

Il sei maggio, giorno dell’elezioni per il parlamento britannico, non sembra più così lontano.

Mentre infuria la battaglia politica in Gran Bretagna, anche l’Irlanda del Nord si adegua e promette una campagna elettorale degna di nota. Già dalle scorse settimane i primi fuochi tra i maggiori partiti del Nord.
Le passate elezioni europee hanno visto lo Sinn Fein trionfare come primo partito dell’Irlanda del Nord e hanno cambiato radicalmente lo scenario politico. Il sei maggio prossimo, dunque, sarà fondamentale per capire il nuovo assetto istituzionale. Nei sondaggi ancora vola lo Sinn Fèin e, se l’elezione confermerà il dato, non è escluso un uomo di punta dello Sinn Fein come primo ministro in un futuro non troppo lontano (il più papabile resta certamente Martin McGuinness).
Per adesso, il maggiore partito repubblicano ha le sue belle gatte da pelare, dopo il netto rifiuto dell’SDLP di stringere un patto elettorale in alcune circoscrizioni. L’accordo era stato avanzato, probabilmente, per trasformare una possibile vittoria dello Sinn Fein in un autentico trionfo. Ma i due partiti non sono riusciti a raggiungere un compromesso nei seggi in bilico di Fermanagh – South Tyrone e South Belfast. O più probabilmente Gerry Adams, leader dello Sinn Fein, ha osservato preoccupato la recente convergenza dei due maggiori partiti unionisti, DUP e UUP, su un candidato indipendente comune (Rodney Connor) per Fermanagh e South Tyrone, seggio che fu del più famoso hungerstriker Bobby Sands.
Effettivamente l’accordo tra gli unionisti minaccia seriamente la candidata dello Sinn Fein in South Fermanagh, Michelle Gildernew, già vincitrice del seggio dal 2001. La zona è stata feudo repubblicano per molto tempo (nel 2005 lo Sinn Fein qui riuscì a conquistare ben il 38,2%) ed il 6 maggio potrebbe passare di mano.
L’accordo in South Fermanagh non riflette, tuttavia, un clima di collaborazione tra gli unionisti a livello nazionale. Il DUP e l’UUP sono ai ferri corti e i due partiti sembrano essere sempre più lontani, soprattutto dopo il mancato appoggio degli Ulster Unionists all’accordo sulla devolution, fortemente voluto da Robinson e i suoi. Curiosamente, l’UUP, tradizionalmente più moderato rispetto ai suoi colleghi, oggi sembra essere più restio ad accordi in senso di decentramento e devoluzione.
L’UUP ha preferito inoltre legarsi al partito che, molto probabilmente, uscirà trionfante dalle elezioni per Westminster: ossia il Conservative Party di David Cameron. Proprio in questi giorni, infatti, il DUP, tramite un provocatorio poster elettorale, ha sfidato l’altro partito unionista.

L’accusa mossa dal DUP, stando al manifesto, sarebbe proprio l’alleanza con i Tories britannici che comporterebbe l’elezione di parlamentari “fantoccio”.
Immediata una ironica replica grafica, utilizzando la stessa testimonial del DUP, che risponde alle accuse invitando l’elettorato a eleggere deputati dell’alleanza per riportare il Nord Irlanda al centro dell’unione britannica.

Come si suol dire, tra due litiganti spesso il terzo gode; è infatti preoccupante per i due partiti la posizione del TUV che potrebbe attirare molti elettori scontenti. La faida elettorale unionista sarà completa se Allister, leader dell’intransigente TUV, riuscirà ad ottenere peso all’interno della galassia lealista. In tal caso, non sarà facile ricucire un qualche tipo di unità.

Continueremo a tenervi aggiornati sull’elezioni del 6 maggio prossimo.

Per saperne di più:

Elezioni politiche in UK, maggio 2010 (italiano)
Guerra elettorale tra DUP e UUP (inglese)
Accordo elettorale unionista in Fermanagh (inglese)
Rifiuto SDLP del patto elettorale con lo Sinn Fein (inglese)

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